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Alice nel Paese delle Meraviglie è un meraviglioso viaggio al confine tra realtà e fantasia. L’opera figlia della magica penna di Lewis Carroll, vede gli albori nel 1865, conoscendo un immediato successo, tanto che l’autore britannico, sei anni più tardi, ne scrive il seguito, intitolandolo Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Alice nel paese delle Meraviglie può essere definito un romanzo? Certo che sì, ma non nel senso tradizionale del termine. La maestosa opera di Carroll, infatti, trova più giusta collocazione tra gli scritti della fantasia. Abbiamo voluto fare un’incursione nel mondo delle meraviglie di Alice, con l’intento di svelare qualche segreto e qualche simpatica curiosità. Buona lettura.
L’opera dello scrittore britannico adatta a grandi e piccini, vede protagonista la tenera Alice, una bimba dal volto angelico, che si addormenta nel giardino di casa, sprofondando in uno strano sogno. Nel mondo onirico che la assorbe, Alice si ritrova ancora nel giardino e decide di seguire un coniglio bianco che improvvisamente compare: il simpatico animale ha una gran fretta e così la bimba si ritrova nella sua tana. Catapultata in mondo senza senso, in cui nulla è come sembra, Alice non comprende più il limite tra fantasia e realtà. Il corpo della ragazzina si modifica senza alcuna logica, in base a quello che beve o a quello che mangia e in più si ritrova in un mondo animato da strani e alquanto singolari personaggi: il Cappellaio Matto, la Lepre Marzolina, la Regina di Cuori, sono solo alcuni di essi, che mettono in discussione tutte le azioni di Alice e quello che la ragazzina dice, commettendo loro stessi stramberie e atti senza nesso logico. Le cose si complicano per la piccola, quando, entrando in un giardino trova il Regno di Cuori, la cui regina minaccia in continuazione di far decapitare i suoi sudditi per questa o quella mancanza, cosa che in realtà non accade mai. La povera Alice si ritrova anche come testimone in un assurdo processo, in cui si cerca il colpevole di uno strano furto: le crostate di ciliegie preparate dalla Regina sono sparite! Chi le ha rubate? La bimba, nonostante la paura e il grande trambusto, è consapevole che quanto sta accadendo è assurdo e che sta cercando di farsi comprendere da un mazzo di carte. Ed ecco il risveglio di Alice, che narra del suo sogno alla sorella maggiore, la quale dopo aver profondamente riflettuto, immagina la bimba da adulta che racconta ai suoi figli la storia del Paese delle Meraviglie. Una bella narrazione, una magica fiaba Alice nel Paese delle Meraviglie, ma è solo questo? No. Il genio di Carroll ha voluto celare dei significati molto profondi, in quello che è il racconto di tutti i tempi.
Lewis Carroll trova ispirazione per la creazione del personaggio di Alice, in Alice Liddell, figlia di una coppia di suoi cari amici. Siamo in epoca vittoriana, che vede una grande proliferazione di letteratura per bambini: le situazioni sociali sono cambiate e i bimbi hanno nel frattempo assunto un ruolo molto importante nella collettività. I ragazzini appartenenti alle classi sociali medie, devono essere istruiti e in qualche modo preparati al loro ingresso nella società come adulti. Anche i libri di fiabe e avventura destinati all’età infantile, devono pertanto avere un ruolo determinante nell’educazione, motivo per cui nulla deve essere lasciato al caso nella narrazione. Non è però così per Alice nel Paese delle Meraviglie: il racconto di Carroll non rispecchia alcun processo di crescita e maturazione, anzi, si può affermare l’esatto contrario. La bimba cade in un mondo che stravolge a tutti gli effetti quello vittoriano al quale Alice appartiene. Quello della protagonista è un universo in cui nulla ha un nesso logico, in cui tutto è relativo e lo spazio e il tempo non trovano alcuna collocazione razionale. E’ l’epoca della regina Vittoria, una reale molto equilibrata e amata dal popolo britannico, ma anche il suo potere è capovolto: la Regina di Cuori si comporta in maniera decisamente strana e soprattutto senza alcun rigore logico. Il percorso di Alice stravolge la rigidità tipica del mondo vittoriano, legata, per esempio, a un’educazione scolastica importante. La bimba non ricorda le cose che ha diligentemente imparato a scuola; in diversi passi del romanzo tenta di recitare poesie o racconti, ma non riesce, non li ricorda e in questa confusione vengono fuori delle storie nuove, belle e in qualche modo innovative.
Alice nella realtà è una bimba, ma deve in questo nuovo mondo affrontare problemi importanti e soprattutto da adulta. Si ritrova a dover crescere in fretta e a doversi adattare alle leggi che governano lo strano universo in cui è stata catapultata, cosa che le sembra alquanto difficile, se non impossibile. Sia ben chiaro che Alice tenta in ogni modo di adattarsi alla società in cui si trova, tenta di socializzare con i suoi abitanti, ma tutto le risulta assolutamente improbabile. Alice prova ad affermarsi per quella che è, e a reclamare la propria identità, ma ogni tentativo fallisce miseramente. La ragazzina, in realtà, si rifiuta di crescere e diventare adulta: il suo corpo si ingrandisce e si rimpicciolisce a seconda di quello che beve e mangia e a un certo punto è lei stessa che ne assume il controllo, adattandolo a seconda delle situazioni. Questo le fa guadagnare rispetto da parte di alcuni dei personaggi che animano la storia e timore da parte di altri. La differenza tra realtà e apparenza, Alice la impara in fretta: nulla è come sembra.
Quale interpretazione è meglio dare al romanzo di Carroll? Sicuramente Alice nel Paese delle Meraviglie può essere letta e interpretata come una bellissima fiaba, grazie alla presenza di personaggi davvero singolari, ma è doveroso considerarla anche come una grande opera della letteratura del nonsenso, in cui la scrittura e le descrizioni capovolgono il senso logico di ogni cosa e dove tutto è completamente differente e lontano dalla realtà. La scrittura dell’autore britannico ha sicuramente l’intento di divertire i bimbi, anche se la critica ventila l’ipotesi che possa avere una funzione pedagogica, in quanto attraverso i suoi giochi di parole, i ragazzi possono imparare a distinguere lo stile errato e la maniera sbagliata di scrivere, da quella corretta e di uso canonico.
Tutti i personaggi e tutte le situazioni che animano il romanzo hanno un profondo significato. Vediamone alcuni:
Cosa esattamente determina il successo di Alice nel Paese delle Meraviglie? Gli elementi fondamentali sono tre:
Alice veste sicuramente i panni dell’eroina, perché abbandona la sua comfort zone (il giardino di casa) per inseguire il Bianconiglio, quindi la novità. La sua non è una caduta, ma è un lento passare dal mondo reale a quello delle meraviglie. Alice è un’eroina perché affronta ogni difficoltà contando unicamente sulla fiducia in se stessa.
I giochi di parole di Carroll descrivono in maniera perfetta l’essere umano e i suoi difetti: sono parole e frasi che rispecchiano le emozioni e le sensazioni oniriche appartenenti a ognuno di noi.
Merita una degna nota la celebre scena del Cappellaio Matto e della Lepre Marzolina, unica e inequivocabile, che con un gioco matematico narra del complicato rapporto tra Uomo e Tempo. L’eterno desiderio dell’uomo è quello di gestire il tempo, cristallizzando gli attimi e rendendosi così incapace di compiere le azioni e vivere pienamente la vita. Il messaggio che Carroll vuole far passare è quello di non fermarsi mai e di continuare incessantemente nella ricerca di se stessi e del proprio percorso evolutivo, perché la vita va vissuta e non aspetta. Simboli, metafore e similitudini quelle usate da Carroll, per raccontare un percorso di crescita e la lotta contro il tempo, dove realtà e immaginazione si scontrano. Crescita temporale e crescita interiore di Alice vanno di pari passo, nonostante il rifiuto della piccola protagonista, permettendole di conoscere se stessa e l’Animo umano.
Il successo di Alice nel Paese delle Meraviglie è stato talmente grande, da conoscere diverse trasposizioni cinematografiche. Una versione animata è prodotta nel 1951 da Walt Disney. Il film si basa prevalentemente sul primo romanzo scritto da Carroll, ma contiene anche riferimenti al suo seguito Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò. Un’altra celebre versione è quella del 1972, mentre il film più recente risale al 2010, che vede alla regia Tim Burton e un cast stellare come protagonista: un nome su tutti Johnny Deep nel ruolo del Cappellaio Matto. Una versione decisamente originale, in quanto ambientata in un’epoca successiva a quella del libro. Alice ha diciannove anni, non ricorda le sue avventure nel Paese delle Meraviglie, ma fa sogni ricorrenti in merito. Partecipa a una festa dove viene promessa in sposa a un aristocratico inglese, ma la ragazza non vuole saperne e pertanto scappa. Segue il Bianconiglio e cade di nuovo nella sua tana e così incontra nuovamente gli strani personaggi. Il film è stato pluripremiato, per i migliori costumi e la migliore scenografia.
Quali sono quindi gli insegnamenti che si possono trarre da Alice nel Paese delle Meraviglie?
L’età adulta implica responsabilità, ma nonostante questo non bisogna mai rinunciare a vivere la vita pienamente e soprattutto a curare e coccolare il nostro bambino interiore.
Anna Lattanzi (classe 1970) è nata a Bari, dove ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia. La passione per i libri e la scrittura hanno da sempre guidato il suo percorso di vita e professionale. E' amante dei viaggi e delle passeggiate nella natura, prediligendo su tutto la montagna, che sembra permetterle di toccare il cielo con un dito.
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