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La donna additata, accusata, torturata e infine strega. Così nascono le fattucchiere, prima concepite dall’immaginario popolare, poi plasmate da quello di una élite che pretende di vederle negative, cattive, distruttive e maligne e infine strette nella morsa di quella Chiesa, che decide di bruciarle. Al rogo le eretiche, le mangia-bambini, le fattucchiere, le adoratrici di Satana; al rogo tra gli insulti del pubblico, che assiste alle esecuzioni tra l’impaurito e l’estasiato. Brucia il femminino, il fuoco abbraccia e divora quello che rimane di una saggezza volutamente fraintesa da chi è quotidianamente chiamato a proteggere le Anime. Un’escursione in punta di piedi nel mondo delle streghe, passando dalla storia, dall’arte e dalla letteratura e attraversando quel dolore che mai potrà essere dimenticato.
Una figura negativa quella della strega,  accusata di usare i poteri magici per danneggiare la comunità, di partecipare a  raduni chiamati Sabba e di adorare il Demonio. La cosiddetta fattucchiera conosce  origini molto antiche, di gran lunga antecedenti al cristianesimo. Basti  pensare che sono stati rinvenuti atti di inchiesta redatti nel II millennio  a.C. dove vengono menzionati dei rituali vudù, definiti simili a quelli  utilizzati dalle incantatrici. Di non trascurabile importanza è il Codice di Hammurabi, quale preziosa  fonte informativa in merito all’atteggiamento del periodo nei confronti delle  pratiche magiche, palesemente diffuse nella società. In  epoca classica, ormai, la presenza della magia nella collettività è massiccia,  tanto che da alcuni decreti penali, si evince come la pratica dei rituali fosse  punita con la pena di morte. 
          In campo letterario, la strega è fonte di ispirazione per  diversi scrittori, in epoche differenti. In letteratura la si ritrova descritta  in svariati modi. La mitologia greca e romana la disegna per metà umana e per  metà animale, capace di assumere sembianze differenti a seconda dell’obiettivo  della sua missione. La strega succhia il sangue dei bambini e anche quello  degli uomini, che non possono sfuggire al loro destino. Le figure più  emblematiche della mitologia greca, in fatto di streghe, sono le empuse o le lamiae, rappresentate da una donna con le ali e gli artigli. Degna  di nota, a tal proposito, è la Strega di  Endor, una negromante menzionata nella Bibbia, oppure le tristemente note streghe  della Tessaglia dell’antica Grecia. 
          Nel nostro Paese di racconti sulle streghe ne sono stati redatti  tanti; tra i più famosi, quelli che corrono di voce in voce tra gli abitanti  delle Isole Eolie, dove le maghe non vengono disegnate malignamente, ma come  donne a cui l’antica sapienza ha lasciato una grande eredità. Nella fantasia  popolare, le fattucchiere si cospargono il corpo con un unguento magico, che  dona loro la possibilità di volare verso terre lontane, dove possono cogliere  frutti esotici per il proprio consorte. 
          La strega e le sue caratteristiche giungono al Medioevo  attraverso favole, omelie e novelle ed è proprio su questi modelli che l’epoca  medievale crea la propria figura di strega. La fattucchiera nata  dall’immaginario collettivo basato unicamente sulla superstizione, non è una  donna palesemente negativa, cosa che invece cambierà quando sarà l’élite a  disegnarne il profilo.
          La vera strega, la figura con tutte le caratteristiche che poi  nella storia l’hanno contraddistinta, conosce gli albori a partire dall’XI  secolo, per mano di teologi e letterati. Nasce così la distinzione tra maleficae e strigae, quando si inizia a guardare a queste  donne come adoratrici di Satana. Papa Gregorio XI redige la bolla Vox in Rama, in cui sottolinea la  potenza e la prepotenza della stregoneria. Nel 1250 Stefano di Borbone descrive  il Sabba, nel 1258 arriva il primo processo alle streghe e nel 1275 viene  appiccato il primo rogo. 
  È nel tardo Medioevo e con i primi periodi del Rinascimento, che  la Chiesa Cattolica e alcune confessioni protestanti, individuano nelle streghe  dei personaggi eretici, dediti al culto di Satana, impegnati nel danneggiamento  della collettività e per questo un fenomeno da combattere ed estirpare. È così  che nasce la caccia alle streghe, una sorta di persecuzione contro le donne  accusate di eresia. Nel 1828 viene giustiziata l’ultima donna, perché ritenuta  una strega, a Cervarolo in Valsesia. Nella sola Germania, i numeri sono  spaventosi: tra il 1450 e il 1550, sembra siano state condannate al rogo più di  centomila donne considerate streghe.  
  Il  Malleus Maleficarum stilato nel 1486 dal domenicano  Heinrich Krämer è alla base del periodo che conosce il massimo impegno delle  istituzioni nella caccia alle streghe. Un trattato demonologico, che descrive  esattamente tutte le caratteristiche di una fattucchiera, i metodi e i rituali  utilizzati dalla stregoneria e offre potenti suggerimenti e strumenti per catturare,  processare e infliggere pene alle streghe.
Sono tante le storie di donne accusate di stregoneria arrivate a  noi, attraverso gli interrogatori, i verbali dei processi e le descrizioni  delle torture inflitte per estorcere le confessioni. Basti pensare a donne che  si dicono inizialmente capaci di poteri curativi e dopo un giorno di  interrogatori, ribaltano la loro versione, confessando il legame con la magia  nera. Sono queste le fonti più autorevoli dalle quali si ricava l’immagine  tipica delle maghe, che sembrano essere organizzate in una vera e propria  società, costituita da una gerarchia a cui fa capo la strea mastra. Secondo le credenze, questa donna, oltre ad essere  una discepola di Satana, si occuperebbe di scegliere altre patrone al fine di  poter sorvegliare un gruppo di scolare suddivise su tutto il territorio. Alla  base della malefica società, il tramandarsi delle conoscenze, di strega in  strega. Si parla quindi di vere e proprie sette, con i propri regolamenti e i  propri riti di iniziazione. 
           La società costituita dalle streghe  sembra essere proprio la diretta antagonista di quella cristiana, presentandosi  così come anti-religione. A capo di tale società si erge Satana,  le cui regole vengono dettate e fatte rispettare dalla strega sacerdotessa, che  presiede anche i rituali. Un appuntamento fisso in cui si incontra il diavolo e  lo si venera, recitando formule e preghiere. La città di riferimento delle  streghe è Benevento, esattamente come  Roma lo è per i fedeli. Le somiglianze tra i riti di iniziazione legati alla stregoneria  e la monacazione, sono molto forti. “La differenza sta nel punto di  demarcazione tra vizi e virtù. Le streghe rinunciano a tutto per ambizione, le  monache per pura obbedienza. L'impegno eterno, suggellato da un patto sia orale  che scritto, la sottomissione totale e perenne, la prostrazione ai piedi di  tutte le colleghe, la vestizione di abiti caratteristici sono tutti punti di  congiungimento con la Regola Benedettina”.
			 
           Il caso più tristemente noto di caccia alla streghe si è  verificato a Salem, negli USA, alla fine del Seicento. Alla base un probabile  elevato consumo alimentare di segale cornuta, capace di creare stati  allucinatori, che hanno il potere di agitare donne anziane malate, scambiate  per questo spesso per streghe. 
           Intorno alla metà del XVIII secolo, iniziano a essere numerose  le idee piuttosto scettiche da parte di intellettuali ed eruditi nei confronti  della stregoneria. Studiosi, come Girolamo Tartarotti, affermano l’esistenza della  magia, negando il Sabba come realtà, ridefinendo in questo modo lo stereotipo  della strega, ancora all’epoca incentrato sul volo notturno. 
Cosa si sa esattamente sul Sabba? Non molto in realtà. Secondo varie credenze diffusasi prevalentemente in Europa, il Sabba è un convegno di streghe che si tiene in presenza del demonio, in cui vengono compiuti rituali magici e orge diaboliche e blasfeme. Il sabba si svolge prevalentemente di sabato e più precisamente nella notte tra sabato e domenica. Secondo alcune fonti, i Sabba si tengono anche di lunedì o nella notte del venerdì. Ai Sabba prendono parte migliaia di streghe, che giungono sul luogo predefinito volando, chi in groppa a un animale, chi a un bastone, chi a una pentola. Prima di spiccare il volo, si ungono con ungenti speciali, che donano loro la capacità di volare e di trasformarsi a seconda delle occasioni in mostri e animali. Sul posto prestabilito le streghe trovano il demonio ad attenderle, seduto su un trono di ebano; una creatura mostruosa, metà uomo, metà capro. Il Sabba generalmente si tiene in un cimitero o in un posto remoto, come la vetta di una montagna. Prima di dare il via al Sabba, il demonio impone alle streghe una sorta di rito di iniziazione, che comporta il rinnegamento della religione cristiana e atti blasfemi celebrati in derisione di quelli cristiani. La cerimonia prevede anche un atto di giuramento di fedeltà al demonio e una sorta di battesimo nella fede diabolica. Terminata l’iniziazione, il demonio da il via alla festa e gli invitati si accoppiano tra di loro, senza alcuna distinzione di sesso e di famigliarità. Dopo l’orgia comincia il banchetto, il cui piatto più succulento ha come principale ingrediente la carne di bambini non battezzati. Dopo il banchetto musica e canti la fanno da padrone: musica aggressiva e stridente e canzoni sconclusionate. Il Sabba termina intorno alla mezzanotte: il diavolo distribuisce pozioni e polveri magiche e conferisce poteri soprannaturali ai partecipanti.
Le streghe negli anni sono state protagoniste di libri e inconsapevoli muse per i pittori. Sono quattro fondamentalmente le rappresentazioni più conosciute e comuni delle streghe.
Streghe in volo: i primi dipinti di donne volanti su scope, risalgono alla fine del 1200. Negli scritti invece, continuano a essere rappresentate a cavallo di draghi e mostri. Il volo spesso è accompagnato dalla presenza di galli, considerati gli animali diabolici dell’epoca.
Streghe selvagge: una storia diversa e particolare quella delle donne selvagge. Si tratta generalmente di giovani rapite contro la loro stessa volontà e vittime dell’uomo selvaggio, paragonato al demonio. Donne, quindi, dedite al degrado morale e fisico. In arte, vengono rappresentate con i capelli scarmigliati e i vestiti sporchi e strappati.
Streghe con lo specchio: lo specchio è da sempre considerato l’oggetto magico per eccellenza. In diversi dipinti, infatti, nello specchio tenuto in mano dalla strega, piuttosto che da una qualsiasi donna, compare il volto del demonio o di scimmie che mostrano il posteriore, essendo esse considerate delle rappresentanti di Satana. Lo specchio permette alle streghe di prevedere il futuro.
Streghe con il fuso: il fuso nell’arte è un simbolo palesemente fallico, emblema di forza e capace di allontanare il potere delle altre streghe. Un oggetto spesso considerato malefico dalla tradizione popolare.
La figura della strega è sempre stata di grande interesse per gli scrittori di ogni epoca. Viene rappresentata sia in maniera positiva che in maniera negativa, a seconda della natura dello scritto. Come abbiamo visto sopra, per esempio, il Malleus Maleficarum è atto a distruggere queste donne e le loro presunte stregonerie. È stato il manuale più consultato durante il terribile periodo della caccia alle streghe, sia da parte degli inquisitori che da parte dei giudici. Le vittime sono prevalentemente donne, considerate “le esiliate della società”.
Ma poiché ai giorni nostri la perfidia si riscontra più spesso nelle donne che negli uomini, come l’esperienza ci insegna, noi, cercando di stabilirne meglio la causa, possiamo affermare, completando quello che è stato detto: poiché esse mancano di forze sia nell’anima che nel corpo, non c’è da meravigliarsi se cercano di stregare chi odiano. In quanto all’intelligenza e alla comprensione delle cose spirituali, esse sembrano appartenere ad una, natura diversa da quella degli uomini – è un dato comprovato dall’autorità della ragione e che trova molti esempi nella Scrittura. Terenzio dice: ‘Le donne sono da paragonarsi a dei bambini per l’inconsistenza del pensiero” […] L’etimologia del nome, del resto, lo dimostra: foemina viene da fe [fede] e minus [minore], perché sempre essa ha ed è capace di conservare minore fede. […] Infine per quello che riguarda il desiderio carnale del loro corpo: dove provengono tanti degli innumerevoli mali della vita umana? A buon diritto possiamo affermare con Catone l’Uticense: “Se il mondo potesse esistere senza donne, noi non vivremmo lontani dagli dei”
Così recita il Malleus, che mira a colpire tutto ciò che è eretico, tutto ciò che è fuori dagli schemi ecclesiastici e che si pensa sia posseduto da queste donne. Quello che in realtà si va a colpire è il loro femminino, la loro sensibilità, quello che in realtà si va a fare è una terribile, quanto cruenta strage di donne.
Le streghe non sono state menzionate e create solo nei manuali, ma anche in opere che poi sono state tradotte in pièces teatrali, come Macbeth, in cui la donna assume il ruolo di demone tentatore, utilizzando l’erotismo come potente arma di seduzione. È pagana la natura delle tre streghe antagoniste, contestualizzate in un periodo in cui la donna è fortemente limitata dall’uomo.
Differente è la modalità di vedere il mondo delle streghe da parte di J.R.Rowling in Harry Potter. L’autrice non fa alcuna distinzione tra il bene e il male, ma stravolge in qualche modo il mondo delle streghe e lo plasma sulla storia, che ha interessato e interessa intere generazioni. Le streghe secondo la Rowling non sono esseri malvagi, ma vivono una loro personale dualità, fatta di parte buona e parte cattiva.
Questi sono i modi agli antipodi di rappresentare le streghe. Donne malefiche, che vendono la loro anima alla notte, come nella fiaba moderna Streghe di Virgjil Muçi, che guarda alle fattucchiere come anime perdute, miserabili e inconsapevoli, salvate spesso dalla purezza d’animo umana. Donne invece buone e amorevoli, che svolgono attività viste male o travisate dalla Chiesa cattolica, donne guaritrici, levatrici, educatrici, che vivono nei boschi, con la saggezza scambiata come venerazione del diavolo, così come ci racconta lo scrittore Gerry Mottis nel suo Terra bruciata. Le streghe, il boia e il diavolo. Una caccia alle streghe, che secondo lo scrittore, da una parte funge da capro espiatorio, in risposta ai mali che affliggono la società, dall’altra in realtà è stato un mezzo per reprimere il popolo e incutere terrore alle masse.
Sono innumerevoli i nomi giunti fino a noi di streghe giustiziate, ma alcuni sono rimasti tra i più famosi della storia.
Ursula Kemp, nota per essere stata giustiziata in Inghilterra nel 1582, con l’accusa di far ammalare dei vicini e di possedere dei Famigli, animali magici da cui la donna avrebbe tratto parte del suo potere.
Merga Bien, una delle vittime più famose del Processo di Fulda in Germania tra il 1603 e il 1605, giustiziata con l’accusa di aver ucciso i suoi due precedenti mariti e aspettando un bambino si è ritenuto potesse essere il figlio di Satana. La sua confessione è stata estorta con la tortura ed è stata messa al rogo.
Madre Shipton, profetessa e sibilla inglese, vissuta tra il 1488 e il 1561. Ha scritto diverse profezie in versi, che hanno ottenuto diversi riscontri nella realtà, come la peste di Londra del 1665 e il grande incendio di Londra del 1666.
Agnes Sampson, è stata la prima donna strangolata e poi bruciata, accusata di aver partecipato a un rito di magia in cui avrebbe evocato Satana.
Catherine Monvosin, soprannominata La voisine, è stata giustiziata per aver commercializzato filtri d’amore e per aver causato la morte di alcuni bambini.
Angele de la Barthe, è stata giustiziata nel 1275 a Tolosa con l’accusa di aver concepito con Satana un essere immondo, mezzo umano, mezzo rettile e mezzo lupo, che si nutre solo di bambini e neonati.
Marie Catherine Leveau, è stata accusata di essere esperta di pratiche Vodoo. Non è stata mai giustiziata ed è morta di morte naturale nel 1881 a New Orleans.
Per ben 300 anni l’Inquisizione fa condannare e uccidere migliaia di persone con l’accusa di stregoneria. Le prime tracce della tristemente nota “caccia alle streghe” si intravedono già nel 1257, con la bolla pontificia Quod Super Nonnullis emanata da Papa Alessandro IV, con la quale viene conferito pieno potere all’Inquisizione nella lotta alla stregoneria.
In tutte le società che credono nella stregoneria, le streghe e gli stregoni vengono considerati individui in possesso del potere misterioso e straordinario di compiere malefici. […] La caratteristica di questi atti è di essere più magici che religiosi, e dannosi più benefici. […] La strega, o lo stregone, era una persona che non solo praticava la magia nera, ma faceva anche un patto con il Diavolo rendendogli una sorta di omaggio.
La stregoneria era perciò satanismo, il culto del diavolo.
[La caccia alle streghe in Europa- Brian P. Levack, trad. a cura di Alberto Rossatti e Sandro Liberatore]
Intorno alla figura delle fattucchiere sono nate delle vere e proprie credenze, che le hanno volute diaboliche e di una cattiveria inaudita, accusate spesso di infanticidio e cannibalismo. Le streghe, in realtà, sono solo donne, femmine comuni, alcune sagge del villaggio, con una conoscenza in medicina ed erboristica, tramandata di madre in figlia. Donne che spesso vivono in totale povertà, ai margini della strada, la cui esistenza povera e senza futuro è totalmente stretta nella morsa del terrore, accusate di eresia, un crimine, in realtà, legato alla libertà di pensiero. Ed è partendo dalla non accettazione del libero arbitrio, che si scatena un vero e proprio genocidio tutto al femminile. La donna già di suo considerata un essere inferiore all’uomo, nella vita quotidiana, ma soprattutto nell’intelletto, viene catturata, torturata e uccisa.
L’ eresia delle streghe, caratterizzata dal  sesso a causa del quale soprattutto infierisce. […] A causa di un patto con l’  Inferno e di un’ alleanza con la morte, per realizzare i loro disegni depravati,  queste donne si sottomettono alla schiavitù più vergognosa.
           A ciò si aggiungono  dei mali quotidiani che colpiscono con il permesso di Dio e la potenza del  Diavolo, uomini, bestie e frutti della terra.
           In mezzo a questi mali  Noi Inquisitori, il sottoscritto Jacob Sprenger e il suo caro collega delegato  del Saggio Apostolico [Heinrich Kramer] […] abbiamo cercato con cuore pietoso e  afflitto di trovare quel rimedio, quel sollievo […] e prima di ogni altro  rimedio, abbiamo ritenuto giusto intreprendere umilmente la stesura di questo  libro[…].
           Ed ecco la nostra  opera, a cui abbiamo dato il nome di Martello delle Streghe.”
La Chiesa si erge a giudice, si eleva in un ruolo salvifico inesistente, contro donne la cui unica colpa è quella di vivere la loro condizione di perseguitate.

Anna Lattanzi (classe 1970) è nata a Bari, dove ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia. La passione per i libri e la scrittura hanno da sempre guidato il suo percorso di vita e professionale. E' amante dei viaggi e delle passeggiate nella natura, prediligendo su tutto la montagna, che sembra permetterle di toccare il cielo con un dito.
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