di Reno Bromuro
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10. DALL'AUTOGRILL ALLA SPAGNA
La donna dalla faccia di luna che era stata per tutto il
tempo appoggiata al muretto con la lastra di marmo e alle spalle aveva
il forno, che ora era spento, fece il giro, si avvicinò al tavolo
e pose il foglietto dove aveva approntato il conto, da un bel pezzo e
fece una smorfia che avrebbe dovuto essere un sorriso…
Anna apre la borsa, prende i soldi paga. Alza la testa
fa per parlare, la bocca rimane socchiusa e la voce le si spezza in gola:
Giovanni è sparito. Si alza, si avvicina al banco
per pagare con la carta di credito. Solo allora si accorge di un cestino,
ai piedi del bancone, che contiene cinque cuccioli di cane meravigliosi.
La donna dalla faccia di luna, segue il suo sguardo e subito:
- Volete un cucciolo di cane? - Domanda.
- Mi piacerebbe, ma non saprei dove metterlo e come tenerlo. Oggi tutti
mi offrono cuccioli, ma le cagne si sono date appuntamento?
Pagato il conto esce all'aperto e vede subito che Giovanni è in
piedi, accanto ad un auto: parla con una donna. Senza volerlo ode parole
che dicono senza tema di dubbio che i due si conoscono e … bene.
- Giovanni, perché sei sparito alla mia sete? - Sussurra la donna
baciandogli il lobo. - Come stai?
- Con te al fianco, non ho più paura. Risposi cinquant'anni fa;
poi?… c' stato il giro d'Europa, la toccata e… fuga nel Marocco
e… infine il foglio di via…
- Quanto tempo, Giovanni!
- Quarant'anni e trentadue giorni.
Anna sente un brivido percorrerle il corpo. E' tentata di correre e piantarsi
in mezzo a loro, abbracciare Giovanni… ma il formalismo l'afferra
in una morsa d'acciaio che la fa allontanare in silenzio e infilare nella
sua auto.
Giovanni come se avesse avvertito la sua presenza, capito la sua discrezione,
si volta verso l'auto…
- Non mi pare vero. Chi l'avrebbe detto? Incontrarsi nella piazzola di
un Autogrill?
- Ci sono venuta apposta per vedere "il dono di Andromeda"…
- Perché oggi è il dieci agosto?
- E già! Ma dove hai la testa?
- Sono in compagnia di Anna… una donna che mi ha dato un passaggio
per ritornare a Napoli, in cambio dovrò
farle da cicerone…
Senza aggiungere altro la prende per mano e con lei si avvia verso l'auto
di Anna. Questa esce e saluta la donna che dice di chiamarsi Silva.
Parlano un poco "della notte delle stelle", poi siedono sul
basso marciapiede, Giovanni al centro e Silva:
- Seppi che giravi la Germania vendendo calze
da donna "su misura"…
- E' una mia invenzione per sbarcare il lunario.
- Racconta! Le due voci femminili si accavallano.
- Questa sera c'è il plenilunio, difficilmente riusciremo a vedere
le stelle cadenti…
- Giovanni…
- Le stelle sono oggi, le calze sono ieri: è storia!
L'uomo è vinto. Guarda ora l'una ora l'altra… - Vado a prendere
una bottiglia d'acqua, ho sete.
- L'ho io. Ne tengo una dozzina; con questo caldo non si può andare
in giro senza… - Confessa Silva, aprendo contemporaneamente il cofano
del portabagagli, tornando a sedersi dopo aver dato all'uomo la bottiglia
dell'acqua. - Com'è 'sto fatto della calze Omsa
su misura?
-
Ero a Stoccarda da circa un mese, lavoravo in
una pizzeria napoletana come cameriere, ma le mance non mi premettevano
di soddisfare i pagamenti di fine mese. Una sera, nella pizzeria mentre
mettevo i piatti in tavola sentii una signora dire all'amica ch'èra
con lei "che sarebbe stato bello se avessero inventato le calze
su misura così, avrebbe evitato alle donne di indossare il reggicalze";
il giorno dopo, la prima cosa che feci fu comprare un pacco di calze con
gli ultimi soldini rimasti; le spacchettai ed iniziai a bussare ad ogni
porta domandando se la signora avesse bisogno di calze, che ero il rappresentante
di una ditta che le preparava "su misura". Le donne interpellate,
dopo il primo attimo di titubanza… accettavano ed io tiravo fuori
il centimetro da sarti, di cui mi ero fornito, e misuravo la circonferenza
della gamba, del polpaccio e della coscia e… quando capitava di
trovare qualcuna senza… mutandine… Così mi ritrovai
cinque amanti, tante calze vendute e circa un milioncino di marchi in
tasca. Cominciarono a girare le voci… anche quelle maligne; non
sarebbe passato troppo tempo e quelle voci sarebbero arrivate alla polizia.
Decisi di cambiare aria. Presi l'aereo ed andai in Svezia:
avevo desiderio di vedere la "notte polare". Appena giunto all'aeroporto,
mi sentii perduto. Sapevo che avrei trovato un addetto dell'albergo che
mi avrebbe condotto a destinazione, ma dopo mezz'ora mi ritrovai solo
nell'immensità luminosa della notte. Quello che non mi dava pace
era la notte, perché le finestre sono tutte senza imposte. Fu così
che dopo una settimana dominata da lunghe e luminose giornate di Sole,
visibile per tutte le ventiquattro ore. Quando seppi che la notte è
lunga due mesi creando condizioni particolarmente difficili per le forme
di vita, decisi di partire per luoghi più temperati. In una settimana
aveva perduto ogni senso del buon comportamento, agivo scattando, con
gesti convulsi.
Il
giorno dopo ero in Spagna. A Madrid
incantato da "El Prado",
preso dalla sindrome di Stendhal, perché ospita
tremila dipinti e molte sculture, oltre a disegni, mobili e oggetti d'arte
decorativa. Si conservano le opere acquistate dalle raccolte d'arte dei
re di Spagna dal XVI secolo all'inizio del XIX. La sindrome
l'avvertivo ineluttabilmente davanti ai dipinti di Tiziano
commissionati da Carlo V e da Filippo II
e una serie dipinta da Rubens all'inizio del sec. XVII.
El Prado ospita anche una vasta raccolta di
dipinti di scuola spagnola, da Diego Velasquez, Francisco
Goya ed El Greco, compresa un'importante collezione
di sculture classiche, molti dipinti provenienti da chiese e conventi
ed opere eccelse di artisti italiani come Raffaello,
Veronese e Tintoretto.
A
Madrid, ci stavo bene, anzi benissimo, tanto
che mi cercai subito un lavoro, perché in quella città,
in ogni stagione, si respira aria di festa. E la sera, la musica e il
flamenco sono il risultato di diversi influssi sulla cultura spagnola,
tra cui quelli dei Rom e dei Mori.
E poi c'è la corrida! Dopo il combattimento rituale tra uomo e
toro, in cui la peggio ce l'ha sempre il toro… La bestia tormentata
e torturata e infine uccisa, nella piazza antistante "l'arena dove
è avvenuta "la battaglia", la sua carne è
distribuita ai poveri. Mi è rimasto impresso il gesto di un vecchietto,
che quando gli fu offerto un bel pezzo di polpa, disse che per lui era
troppa, di dividere la carne: a lui bastava un pezzettino per magiare
quel giorno. Rimasi come fulminato. Peccato che Hemingway
di questi gesti di altruismo non ne abbia parlato, penso che avrebbe giovato
non solo alla corrida, ma anche all'altruismo dello spagnolo.
Passando
davanti ad una libreria vidi un libro di Garcia Lorca
e mi venne voglia di andare a visitare Siviglia.
Presi un pulman sgangherato,la campagna intorno a Siviglia si estende
sulla pianura creata dalla depressione del fiume Guadalquivir
ed è attraversata da alcuni dei suoi affluenti. Il panorama comincia
da Carmona, un villaggio agricolo contornato
da vitigni, coltivazioni di cereali e uliveti e che conservava ancora
numerose testimonianze del passato. La necropoli romana con le tombe scavate
nella roccia, l'Alcazár de Abayo e quello
di Parador, l'ex città Arriba,
La chiesa di Santa María la Mayor, la
chiesa barocca di San Pedro e alcuni Palazzi
signorili come quello dei Ruedas o dei
Lasso.
Pernottai
in uno di quei palazzi signorili adibiti ad Hotel. La seconda tappa del
percorso fu Marchena, un villaggio circondato
da campi di cereali e uliveti. Qui si trovano importanti monumenti come
le Mura arabe, la chiesa di origine araba, divenuta
poi gotica di Santa María de la Mota
e numerose case signorili. Il pulman percorrendo l'autostrada giunse a
Osuna, un importante città fondata dai
romani, conquistata e dominata dagli arabi, infine riconquistata dal Re
San Fernando e dominata dall'Ordine di Calatrava.
Che bei monumenti! I più interessanti sono la Collegiata
rinascimentale, il Convento de la Encarnación,
il Municipio, la chiesa de la Concepción,
risalente al periodo rinascimentale, la Torre del Agua,
dove si trova il Museo Arqueológico e
il Palazzo del Conte de la Gomera. E mi ripromisi
di andare a Viznar dove Garcia
fu fucilato, ma visto che mi trovavo intorno alle terre cantate dal Cervantes,
decisi di percorrere lo stesso cammino di Don Chisciotte.
Forse perché, come lui, anch'io cercavo la mia Dulcinea
(erano mesi che non stavo con una donna).
A Viznar conobbi un signore che affittava auto
e pattuimmo di andare insieme a fare il viaggio di Don Chisciotte. Come
nominai Don Chisciotte il proprietario dell'auto, che disse di chiamarsi
Miguel, divenne logorroico.
- Allora l'hai trovato uno che ti ha battuto! - Sottolinea Anna con un
sorriso malizioso.
Giovanni finge di aver sentito e continua.
"Il percorso parte da Esquivias dove si può visitare la
casa e il museo dedicato a Cervantes; si continua per Toledo, bellissima
città dominata dall'architettura medioevale dove si possono visitare
la Cattedrale, la Iglesia de Santo Tomé, dove è ospitato
il capolavoro di El Greco, Il Funerale del Conte di Orgaz, la Iglesia
de San Roman di origine visigota e il Museo de Santa Cruz, che ospita
la principale collezione di belle arti della città tra cui molti
arazzi fiamminghi"...
Il percorso continua verso Al magro, mentre parlava sempre e solo lui,
"Al magro è un suggestivo paese antico, noto per la piazza
rettangolare con bellissimi portici sormontati da antiche case con logge
vetrate. Su un lato della piazza si trova il Corral de Comedias, un teatro
del 1600 superbamente conservato. Da qui si parte alla volta di Puerto
Lápice, El Toboso, Mota del Cuervo e Belmonte, tutte località
nel cuore della Mancha. L'ultima tappa la faremo a Cuenca, antica cittadina
situata sopra un ripido sperone i cui fianchi scendono a precipizio nelle
gole profonde dei fiumi Júcar e Huécar. Il suo centro storico
gotico rinascimentale, considerato tra i più belli di tutta la
Spagna, si è sviluppato intorno alle tortuose stradine moresche.
E poi, vedrà, señor, oltre alla Cattedrale la Iglesia de
San Miguel, il Museo de Arte Abstracto ospitato da una delle affascinanti
"case sospese" sul burrone".
-
Ma le avventure di Don Chisciotte non terminano qui… - accennai
una domanda - continuano nelle zone di Molina de Argon,
Saragozza e Barcellona.
- Oh, sì señor, l'itinerario è affascinante non solo
dal punto di vista letterario e paesaggistico, ma anche gastronomico,
grazie alle numerosissime osterie dove è possibile gustare piatti
tipici regionali.
- Ho capito. Ha fame?
- Oh, sì, señor!
L'invito diede forza al piede destro che si affondò nell'acceleratore
e l'auto mise le ali, facendomi prendere certe paure! Pensate, più
di una volta nelle curve non asfaltate, vedendomi nel burrone sottostante,
mi si stringeva la prostata, da farmi un male che mi faceva mancare il
respiro.
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