di Reno Bromuro
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12 L'ACROPOLI E LA PIOGGIA DI STELLE
- Stavamo bene insieme, vero, traditore che non sei altro?
- Andai via per importunarvi e poi... la tua amica non mi digeriva…
- Bella scusa!
- Sai che a volte ripenso con nostalgia a quella notte passata insieme,
nella stessa camera?
- Io non riuscii a dormire!
- Avevi paura di chi? Non di me spero!
- Quella donna, la cameriera o la padrona del ristorante con la quale
filavi?
- Sì, Valentine: che amore di donna! L'anno successivo
ritornai in Grecia solo per lei. Mi propose di vivere con lei: accettai,
stavo bene con lei. Mi chiese in quale città della Grecia avrei
preferito vivere; scelsi Patrasso.
Molte città della Grecia le avevo visitate, perciò decisi
di vivere a Patrasso.
Patrasso, lo sapete è un agglomerato urbano e non ha più
di duecentoquarantaduemila abitanti, si trova a soli centottanta chilometri
da Atene, sul golfo omonimo.
Fondata dagli Achei, fu una delle dodici città che seguirono le
sorti dell'Acaia e della Lega Achea. In decadenza
già dopo la battaglia di Azio nel 31
avanti Cristo, divenne colonia romana per volontà di Augusto
e ben presto rifiorì. Fu occupata dai Turchi e
dopo alterne vicende fu conquistata da Venezia,
che l'amministrò fino al 1715. Le condizioni climatiche sono ottimali.
La casa di Valentine, era dall'altra parte della strada,
che scende verso il mare e dopo un dislivello nella grande piazza dell'arenile,
che ospita la "Taverna greca sul mare".
Mi ero alzato molto presto, come accadeva da qualche tempo. Mi svegliavo
e stanco di stare a letto mi vestivo in silenzio e più silenziosamente
andavo incontro al mare. Seduto sulla chiglia di una barca capovolta,
per comodità, le mani sul manico del bastone, che portavo per civetteria
e il mento sopra le mani, sembrava contassi il passaggio dei pesci nello
specchio d'acqua che lambiva lo scoglio al centro del mare.
Quel
tratto di mare che idealmente mi univa alla patria lontana, era di una
limpidezza!… Il mare Jonio, almeno nel
Golfo di Patrasso, era ancora limpido; in più
nei giorni in cui la foschia andava in vacanza, mi permetteva di vedere
la costa pugliese.
Patrasso è poco più grande del
mio paese natio, e poi, mi bastava poco per ritrovarmi a casa; andavo
a passeggio nei pressi dell'acquedotto romano e vedere il Kastro,
una cittadella veneziana situata dove sorgeva l'Acropoli.
Valentine mi accompagnava spesso nei viaggi, insieme siamo stati ad Atene,
dove già ero stato con voi, con te e Isabella, e vi ritornai molto
volentieri. Vedi?…disse guardando fisso il volto della ragazza seduta
sul predellino, che guardava le sue labbra quando parlava, quel giorno
raccolsi tutti i ricordi con te ed Isabella, in Grecia.
- Specialmente l'incontro all'Acropoli, dopo
la litigata del ristorante… - risero entrambi, mentre Anna sembrava
godere di questi racconti perché l'avvicinavano ai sogni fatti
per tanti anni.
Giovanni, scende dall'auto, fa qualche passo per sgranchirsi
le gambe, poi ritorna, prende una sigaretta l'accende e parla guardando
il cielo stellato di quella notte di San Lorenzo.
Da quella sera al ristorante, non ci eravamo più visti… poi
quella mattina avevo deciso di ritornare per l'ennesima volta a guardare
il Partenone. Ero in cima all'Acropoli e dall'alto dei sessanta metri
sopra la piccola e arida pianura, vedevo la rupe calcarea e i turisti
che si arrampicavano affannosamente, vidi voi due e mi fermai, quasi senza
respirare per apparire come una statua. Quando giungeste a pochi metri
dal Partenone, dissi quasi in un sussurro, dietro
le vostre spalle:
-
Secondo la leggenda l'Acropoli fu fondata dal fenicio Cecrope
e ampliata in seguito da Eretteo, che è sepolto
nell'Eretteo, e che atterrì con la sua coda di serpente gli attendenti
reali che si buttarono giù dalla rupe. Anche il re Egeo
si gettò in mare appena vide la nave di suo figlio Teseo.
Isabella si girò di colpo e avrebbe voluto cavarmi
gli occhi, ma scivolò sopra una piccola roccia calcarea e si "sbucciò"
un ginocchio…
- Oh, sì! Ancora rido quando ci penso. La tragedia greca che seguì:
tutti i turisti imbambolati a guardare lei che sembrava Elettra
che diffondeva alla folla il suo amore e la sua paura…
- Eravate bricconcelli, allora? - Intervenne Anna.
- Non è vero, era lui che si divertiva alle nostre spalle.
- Si divertiva?
- Sì. Tutto ebbe inizio con quel passaggio in auto, lui sul predellino
e poi la macchina che non vuole più andare. E lui?… che ci
lascia nel momento del bisogno, sole sulla via Vassilissis…
- Poi vi ritrovaste mi sembra di aver capito? E vi aiutò!
- Sì, ci ritrovammo dove l'autobus ci aveva preso a bordo per riportarci
al posto di partenza sulla strada di Rafina.
- Per farsi perdonare vi portò a cena e vi riempi la testa, com'è
il suo temperamento logorroico; ma voi l'ascoltavate?
- Certo. - Rispose Silva. - In poche parole, ci disse
tutto dell'Acropoli.
Giovanni incuriosito e vinto dalla nostalgia, si siede
per terra, accanto all'auto, mentre Silva, imitando, il suo modo di parlare
inizia a raccontare:
"L'Acropoli, la città alta, rimase un luogo sicuro, pronto
a servire da rifugio, intorno al palazzo reale fortificato. Era una cittadella
eccezionalmente sicura perché era non solo una rupe a picco inespugnabile
ma aveva una propria sorgente d'acqua. In epoca micenea fu la residenza
del sovrano e in tutta la sua storia è stata destinata alla funzione
difensiva: per i duchi fiorentini contro i turchi, per i turchi contro
i veneziani, perfino per gli inglesi contro i comunisti nel 1944. Ma è
rimasta semplicemente una fortezza fino al Sesto secolo avanti Cristo,
quando il tiranno Pisistrato costruì i primi Propilei, cioè
la porta monumentale; la costruzione del primo tempio dedicato ad Atena
diede inizio alla trasformazione della fortezza in un santuario dove la
bellezza aveva la precedenza sulle divinità.
Dopo la distruzione totale da parte dei persiani nel 480 avanti Cristo,
la combinazione del genio politico di Temistocle e del valore militare
di Cimone portò Atene al vertice della ricchezza e della potenza.
Ciò permise a Pericle, che abusò in maniera meravigliosa
dei fondi della Lega di Delo trasferiti dall'isola, di finanziare la costruzione
del più perfetto complesso architettonico dell'antichità
in Europa. Va ricordato che l'intero glorioso complesso di costruzione
sull'Acropoli era dipinto, secondo l'usanza dell'epoca, con vivaci colori
rossi, blu e oro, cosa che potrebbe sembrare un po' barbara secondo i
nostri gusti. D'altra parte, il marmo bianco lucente avrebbe potuto produrre
un effetto freddo, monotono e addirittura sepolcrale, a giudicare dalle
moderne imitazioni. Invece il tempo e lo stato di abbandono hanno aggiunto
una delicata patina dorata che ora si sta inesorabilmente cancellando
a causa degli acidi che l'inquinamento del ventesimo secolo ha mescolato
alla pioggia".
- Mi state risvegliando il desiderio di vedere la Grecia. Vogliamo andarci
insieme?
-
L'ala Sud… - interviene Giovanni - è molto accorciata, per
permettere un facile accesso al bastione Ovest dell'Acropoli, dove sorge
il tempio di Atena Nike, chiamata anche
Nike Apteros cioè "Vittoria
senza Ali", poiché si pensa che Fidia
le abbia tolto le ali per paura che potesse volare via. Il Partenone
fu costruito tra il 447 e il 432 avanti Cristo sulle fondamenta di templi
precedenti. L'architetto fu Ictino, il capomastro Callicrate
e Fidia lo scultore.
Il Partenone era allo stesso tempo un luogo
di culto e la tesoreria dello Stato, e la statua aveva un mantello staccabile
d'oro massiccio.
- Non ho capito, perché non volesti ritornare in Italia?
- Perché lasciare il paradiso per l'inferno? Stavo bene con Valentine,
ogni settimana si andava in giro per la Grecia
e, sembrava leggesse i miei pensieri, preveniva i miei desideri.
Ricordo a Zante dove, perché fossi al
riparo dalla calura estiva, mi fece sostare all'ombra di un folto pergolato,
affinché potessi leggerle "I Sepolcri",
in omaggio a Foscolo.
- Quanti piedi hanno calpestato questa bella terra! - Le dissi quel giorno.
- Ci pensi? Ho la sensazione di stare a Napoli,
al Capo di Posillipo e ascoltare le pietre che
parlano del passaggio dei diversi padroni, poi cacciati da altri padroni
più crudeli. Così Zante, ha sopportato gli Achei,per
cinquantuno anni,gli Spartani dal 217 al 191 avanti Cristo,
i Romani per oltre un millennio, i Bizantini
e da questi a Margheritone da Brindisi, agli Orsini,
ai Tocco, a Venezia. Come se non bastasse,
col trattato di Campoformio, alla Francia,
sotto il protettorato russo e a quello britannico. E quanto dovette lottare
per vedere accettata la richiesta di voler appartenere alla Grecia.
Il pensiero ritornò a quella bella mattina di settembre, mentre
era seduto sulla chiglia della barca. Valentine, come evocata dal suo
pensiero, era giunta in punta di piedi, gli aveva cinto il collo e poggiato
la testa sulla sua. Al contrario dell'uomo, Valentine, portava scritto
sul volto e sul corpo il segno degli anni. Aveva solo quarantanove anni,
ma sembrava n'avesse molti di più.
- Ciao! - Disse. - Buongiorno, mio caro. Come mai sei uscito senza salutarmi,
qualcosa non va?
- Ho sognato mia madre!
La donna sciolse l'abbraccio e si sedette ai suoi piedi appoggiando la
testa sulle ginocchia, senza parlare. Non chiedeva mai, non aveva mai
forzato gli eventi, né voleva farlo ora. Aveva imparato che se
Giovanni voleva esternare i suoi pensieri, non era necessario fare domande.
Rimasero in silenzio a guardare il mare. Le piaceva che lui si sentisse
libero.
- Hai preso il caffè? - Domandò.
- No.
- Non vuoi fare colazione?
- Sto cercando di interpretare il sogno. Non lo capisco. "Mi
sono trovato improvvisamente, con due amici, di cui non ricordo i volti
né i nomi, ma sento che erano amici, dinanzi ad un'edicola di giornali
e come se avessi saputo che li c'era mia madre, l'ho chiamata e le ho
detto che con me c'era il suo primo amore che voleva salutarla. Ella mi
ha guardato interrogativa come per dire, chi lo conosce? Ha sussurrato:
il mio... primo amore? Poi, maledetta prostata, mi ha costretto ad andare
al bagno. Mi sono svegliato e non ho potuto più dormire".
Che può voler dire?
-
Penso che tua madre voglia tu vada al cimitero a trovarla, non sei andato
neanche ai suoi funerali. Oppure che vada all'edicola di giornali e comprare
qualche quotidiano per aggiornarti. Sono vent'anni, amico mio, che non
vuoi sapere notizie di nessun genere. A volte ho la sensazione che voglia
vivere solo di ricordi, ma vivere di ricordi è come vegetare. A
Creta, come a Cipro,
a Zante, ad Atene,
non hai fatto altro che rincorrere il passato, non ti ho visto mai proteso
verso il futuro.
- Ma che giorno è oggi? Anche tu, adesso? Ho capito, il sole è
sorto coperto dalle pagina di storia della mia vita. Valentine... Nell'anima
ho rughe profonde, cicatrici che credevo rimarginate e mia madre, venendomi
in sogno, le ha riaperte e fatto più profonde.
- Vuoi ritornare?
- Non ci penso neppure!
- Allora andiamo a fare colazione.
- Ecco un pioggia di stelle! - Gridò felice Anna,
seguita dal salto di pantera di Silva per vedere almeno
la scia…
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