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Le Mépris (Il Disprezzo)

di Vito Monopoli

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(Francia/Italia 1963) di Jean-Luc Godard con Brigitte Bardot, Fritz Lang, Georgia Moll, Jack Palance, Michel Piccoli.

> Tratto dal romanzo Il Disprezzo di Alberto Moravia.

Impressione
Chi parla?
Buoni e cattivi
La natura
Pre-postmoderno
Il classico

Impressione

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Chi parla?

Questo è un film sul mondo che desideriamo. Lo dice lo stesso regista all'inizio del film citando André Bazin.
Tratto dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia , il film tocca temi legati alla funzione e alle caratteristiche del cinema. Jean-Luc Godard , uno dei maggiori esponenti della Nouvelle Vague decide così di scrivere quella che si può definire una vera e propria dichiarazione d'affetto e profonda riflessione nei confronti del Cinema, l'uso di un romanzo come soggetto è solo un pretesto per raggiungere lo scopo.
Eliminato il paratesto dei titoli di testa e di coda, il film inizia subito a mettere i puntini sulle i.
Come il protagonista del romanzo, lo scrittore Riccardo Molteni ( Paul Javal nel film) interpretato da Michel Piccoli ci racconta la sua storia seduto accanto a noi, così il regista ci mostra il suo film accomodandosi in sala con gli spettatori.
Il film si apre con un carrello (la ripresa mostra il regista che sta girando un carrello) che segue la passeggiata di Francesca Vanini interpretata da Georgia Moll (personaggio assente nel libro) la segretaria ed interprete del produttore Battista ( Jerry Prokosch nel film) interpretato da Jack Palance ) che ha convocato Paul a Cinecittà per proporgli di collaborare al film sull'Odissea che Fritz Lang (interpretato da se stesso) sta girando.
Vediamo un carrello, non ne vediamo l'immagine, ma ne vediamo la genesi e il suo creatore.
Poi la mdp si ferma e ruota verso lo schermo lasciando il campo libero alla sua destra inquadrando lo spettatore.

Il regista in questo modo riprende e si riprende, si fa oggetto e soggetto della ripresa, la mdp ruotando si aggancia allo schermo e si specchia mostrandoci se stessa e il volto che ci guarda.
Il riscatto di Serafino Gubbio , l'operatore cinematografico protagonista del romanzo di Luigi Pirandello , che non è più solo una mano che gira una manovella ma anche colui che controlla il cosa e il come del vedere.
La concezione di Fritz Lang dell'Odissea rispecchia quella di Godard per il cinema, come quella anche il cinema non va interpretato: "fare cinema consiste solo nel mettere qualcosa davanti alla macchina da presa" come afferma lo stesso Godard.
Paul cerca di spiegarsi in ogni modo il motivo per cui Ulisse dopo la guerra di Troia non faccia subito ritorno ad Itaca, forse per cercare di capire i motivi dei problemi con sua moglie, ma il regista tedesco sentenzia che non c'è niente da spiegare l'Odissea va fatta così com'è, prendere o lasciare.

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Buoni e cattivi

Il cinema è tecnica e poesia, teatri di posa e natura selvaggia che cerca di riprendersi gli spazi che le sono stati usurpati. Roma e Capri, cemento e mare, produttori che si credono dei e registi icone viventi che guardano tutto e tutti con compassione e tenerezza.
Tutto il film è costellato da sfide a ping pong: Emilia ( Camille Javal nel film) interpretata da Brigitte Bardot , la bella moglie di Paul, contro suo marito in un rapporto d'amore intermittente come le luci che spesso si intromettono fra di loro, Jerry Prokosch contro Fritz Lang , Paul contro se stesso: deve combattere contro la tentazione di un guadagno più facile e remunerativo a scapito delle sue aspirazioni a scrivere per il teatro, deve combattere contro sua moglie, una natura capricciosa e mutevole senza ragione, per estorcerle il motivo dell'improvviso disprezzo nei suoi confronti e deve combattere per decidere quale interpretazione dell'Odissea appoggiare, quella Hollywoodiana e spettacolare del produttore o quella del regista?
Nel film ognuno parla la propria lingua, è compito di Francesca tradurre i discorsi fra i personaggi, l'unico a parlare tutte le lingue e quindi a capire tutti è Fritz Lang : il regista è colui che non ha bisogno di tramiti per comunicare con le creature del film.

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La natura

La natura è senz'altro uno dei protagonisti del film e spesso i personaggi sembrano emergere da e ritornare ad essa o addirittura inpersonarla, il corpo di Camille appare come un panorama montano fatto di colline e valli e come la natura è imprevedibile, inspiegabile e bisognosa di continue cure e premure.
Le sterpaglie che circondano gli studi di Cinecittà o il mare di Capri partoriscono gli attori, li risucchiano o ne sottolineano la piccolezza di fronte alla maestosità del paesaggio, così come Villa Malaparte che si fonde con la scogliera su cui sorge.

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Pre-postmoderno

Il carattere citazionista del postmoderno è un altro dei motivi presenti nel film e lo si ritrova nei richiami alle diverse scuole cinematografiche e registi.
L'Italia è Cinecittà , ben lontana dagli sfarzi di un tempo, gli Stati Uniti sono Jack Palance e Orson Welles, evocato dai titoli di testa raccontati come in Quarto Potere.
La presenza delle locandine affisse fuori dagli studi di Cinecittà e dal cinema dove Fritz Lang deve visionare alcune "Nausichee" per l'Odissea omaggiano Howard Haws e Roberto Rossellini , il cinema francese, come i suoi attori Brigitte Bardot , Michel Piccoli e Georgia Moll , è a volte sottomesso a quello americano o titubante e indeciso nel prendere posizione e infine la presenza di Fritz Lang è testimone di quel cinema tedesco puro ed eroico dei primi del novecento che nemmeno il nazismo riuscì a piegare ai propri scopi.

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Il classico

La Classicità è il valore da difendere in tutti i campi.
Bisogna ritornare alle origini, come dice Paul nel film: "ai tempi della United Artists di Chaplin e Griffith" , gli studi di Cinecittà stanno cadendo a pezzi e anche un pilastro della letteratura classica come L'Odissea è finito nelle mani di un produttore venale pronto a stravolgerla per i suoi scopi commerciali.
Fritz Lang è l'ultimo baluardo per la difesa di quel cinema e i contrasti con Prokosch per evitare lo scempio dell'opera di Omero percorrono tutto il film che una volta iniziato va comunque terminato.
Anche la donna è resa come simbolo dell'arte classica (nei suoi appunti di regia Godard vede Camille come la Eva di Piero della Francesca) e come l'Odissea non si può plasmare e addomesticare ai nostri scopi.
Le onde del mare azzurro di Capri, gli scogli a picco e tutto lo scenario dell'isola odorano di salsedine e il tocco del vento ci trasporta in un'altra epoca.
Il film termina così com'è iniziato, con un carrello che si ferma sull'orizzonte del mare a ribadire ancora una volta ciò che bisogna fare davanti ad un film, guardare e...

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