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Incontro con Drazan Gunjaca

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Siamo felici di ritrovare lo scrittore croato che abbiamo conosciuto all'epoca del suo Congedi balcanici in questo secondo incontro, dedicato alla pubblicazione del coinvolgente dramma Roulette balcanica.

Scrittore fin dalla più tenera età, Drazan Gunjaca nasce il 7 ottobre 1958 a Sinj, dove termina la scuola media. Conclude a Spalato la sua istruzione militare, dopo di che trascorre nell'uniforme dell'ex marina militare jugoslava circa una decina
d'anni. Si laurea alla Facoltà di giurisprudenza a
Fiume, poi abbandona l'ex armata popolare jugoslava. Dagli ultimi dieci anni è un avvocato di successo a Pola.

Sito web: www.drazangunjaca.net
Email: drazan.gunjaca@inet.hr

>> Primo incontro su Letteratour: Congedi balcanici

Protagonisti di questo dramma sono due personaggi che sono stati paragonati a Vladimir ed Estragon, nella loro inverosimile attesa di Godot. Nel dramma di Gunjaca, i due amici diventano compagni di sventura e si interrogano sul destino che li coinvolge loro malgrado, in una storia che non è loro: la storia drammatica della guerra balcanica.

In attesa di qualcosa o di nulla, Petar e Mario instaurano un dialogo, una variazione sullo stesso tema, quasi il monologo di una stessa persona che si dibatte interiormente sulla necessità di una scelta definitiva, per dare un senso proprio ad una storia sentita come estranea; un monologo ricco di interrogativi che potrebbe durare in eterno, anche attraverso la linea di un telefono, se non venisse bruscamente interrotto dall'irruzione del mondo esterno, nella figura di due poliziotti (quasi a ricordare alla mente l'imminenza e l'ineluttalibilità della realtà) oppure da un singolo atto liberatorio.

«Fino a ieri tutti noi, come insetti notturni, volavamo liberi e felici attorno al fuoco, ma qualcuno l'ha irresponsabilmente alimentato con vaneggiamenti nazionalisti, e allora addio alle ali, amico mio. Per primi si sono bruciati quelli che erano più vicini al fuoco. Va bene, cazzo, non possiamo stare insieme? Ognuno per la sua strada, e sarà quel che sarà. Ma separiamoci da esseri umani non come si fa con il bestiame. Andiamocene dignitosamente, così che un giorno potremo guardarci negli occhi, senza paura»

«Vaffacu... Ana? Sei tu? Scusami! Non mi aspettavo una tua chiamata. Cosa sto facendo qui? Non ne ho la più pallida idea. Piango e mangio merda. Dov'è Petar? Eh, cara mia Ana, sei in ritardo di alcuni minuti. Solo alcuni minuti, a cui avrai tempo di pensare per il resto della tua vita. Proprio come aveva previsto. Vuoi sentirlo? Troppo tardi. No, non si è suicidato. La roulette balcanica. Non sai che cos'è? Non lo sapevo neanch'io fino a poco fa»

Dall'intervista pubblicata su Kaleidon:
«Rimango stupefatto ogni volta che mi ricordo del periodo prima della guerra e dei miei pensieri su una possibile guerra nei Balcani. Né io né gli altri intorno a me potevamo ipoteticamente accettare una tale possibilità. Eppure è successo. All'improvviso. Con incredibile facilità. La guerra è semplicemente scoppiata. Come se fosse stata lì pronta da anni, aspettando che qualcuno accenda il fuoco. E nessuno di noi era cosciente di questa fiammella che bruciava di nascosto. Per questo scrivo. Al giorno d'oggi non c'è un solo paese al mondo dove non ci sia una simile fiammella, la questione è solo quanto la fiammella è forte e se è stata riconosciuta. Questa è la cosa più terrificante che ho capito in questa guerra e che oggi mi porto dentro. La coscienza del fatto che la pace non è cosa garantita in nessuna parte del mondo se non facciamo sforzi per mantenerla ogni giorno. Non è sicuramente garantita nei Balcani dove la pace è solo un momento di pausa fino ad una nuova guerra. E i guerrieri non lasciano l'arena, sono lì ancora oggi, aspettando che qualcuno dia il via»
(Drazan Gunjaca)

I numerosi riconoscimenti

Roulette balcanica è un dramma che ha vinto numerosi premi letterari. Ricordiamo il Premio Teatrale "Il viaggio infinito" 2003 (Italia), con la giuria di Giorgio Barberi Squarotti, Gabriella Bianco, Franco Cardini, Carmen Lasorella, Laura Lodigiani, Giacomo Massetani, Toe Mercurio e Pamela Villoresi; il Premio Letterario Anguillara Sabazia Città d'Arte 2003; il Premio Letterario Nazionale C. Pavese | M. Gori 2003.

Al posto dell'introduzione

Drazan ha voluto introdurre il suo libro con un passo tratto da Denis de Rougemont:

«Qualcuno ha detto: Se Parigi sara' distrutta, perdero' il desiderio di essere europea. La citta' della luce non e' stata distrutta: lei si e' spenta. Deserto di vecchi sassi senza anima …
Qualsiasi perdigiorno potrebbe in questa notte di maggio essere baciato dalla fortuna che fa nascere il tramonto del sole su Saint-German-des-Présom, movimento inebriante delle santita' dall' Arco a Chevaux de Marlyja, secoli di grandezze, miseria, saggezza, traccie che ha portato il personaggio di questa capitale, gentile e fiera di qualsiasi altra. Qualsiasi perdigiorno, ma no il conquistatore …
Non si conquistano con i carrarmati i doni dell' anima e il senso della vita che ci manca»
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