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Raffaella Milandri,
In India - cronache per veri viaggiatori

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La verità su Niyamgiri in un libro che unisce la denuncia umanitaria al racconto (con consigli) di viaggio

Dedicato alle donne indiane.
Che la strada verso i vostri diritti sia presto spianata perché il suo asfalto
è già stato composto: con sangue e lacrime.

E' appena uscito il terzo libro in tre anni di una autrice, Raffaella Milandri, che propone il suo particolare genere: i racconti dei suoi viaggi, come detective dei diritti umani. Dopo i Pigmei e i Nativi Americani (Io e i Pigmei, Polaris, 2011, e La mia Tribù, Polaris 2013) è ora la volta degli Adivasi in Orissa, nel libro: In India. Cronache per veri viaggiatori (Ponte Sisto, 2014).
E' un racconto estremamente coinvolgente e appassionante, a tratti ironico e divertente: mentre la Madame e l'autista sikh macinano chilometri sulle polverose strade indiane, intrecciano un insolito rapporto, che fa da sfondo a un viaggio avventuroso e costellato di colpi di scena, da Delhi a Calcutta e alle foreste dell'Orissa.
La Milandri - scrittrice, fotografa e attivista per i diritti umani - viaggia in solitaria in remoti angoli di mondo per raccogliere prove e testimonianze di violazioni dei diritti umani dei popoli indigeni, quei popoli che, lontani dalla frenesia del mondo occidentale, ne sono spesso vittime.
E' questo il caso degli indigeni di Niyamgiri, in Orissa: un ricco giacimento di bauxite ha sconvolto le loro vite pacifiche nei villaggi. Una multinazionale ha aperto una miniera per estrarre il minerale e e un impianto di lavorazione per trasformarlo in alluminio. Una montagna sacra alla gente dei villaggi viene violata dagli scavi e l'inquinamento distrugge piante, e uccide animali e uomini. Portare a galla la verità sarà lo sforzo della Milandri, detective instancabile: e saranno proprio gli indigeni, inclusi i Dongria Khond, a raccontarle e a svelare una realtà molto peggiore del previsto. Il libro della Milandri è estremamente attuale e racconta una verità diversa da quella che dipingono i media. Ad arricchire il libro, preziosi consigli di viaggio per l'India, per come viverla fuori dagli schemi, e una serie di preziose immagini in bianco e nero. Dice l'autrice: "Un viaggio estremamente pericoloso, dove il fatto di essere donna mi è stato di estremo aiuto: sono stata sottovalutata e grazie a questo ho avuto accesso a luoghi inaccessibili e informazioni riservate".

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Alcuni passi scelti per voi

Ogni viaggiatore ha un diverso colore dell’anima, che diffonde intorno a sé come un riflesso: sui luoghi che visita e le persone che incontra. Dalle più placide sfumature pastello ad irruenti tonalità di blu e verde, da introverse gradazioni di grigio a frenetiche progressioni di rosso.
Ogni viaggiatore è affamato e assetato in modo diverso, con un proprio binocolo interiore proiettato verso l’esterno per guardare, percepire e assaporare in modo unico e speciale il mondo. In cerca di aromi straordinari e fuori dal comune, o ordinari e abituali.

Mille sono i bivi che si pongono ogni giorno di fronte al viaggiatore: dove andare, cosa visitare, cosa comprare, con che mezzo muoversi, se prendere una guida, se vale la pena andare fuori budget o no, se fermarsi a parlare con delle persone... E ancora: se aspettare per trenta minuti il momento giusto per fare la foto dei tuoi sogni, se insistere per entrare in un tempio, se sorridere al poliziotto, se lasciare la mancia. È fondamentale saper gestire tempo e denaro, e tutelare la tua salute. Rischiare è inutile. Se sai cavartela bene da solo, sappi che se sei in compagnia dovrai farti carico dei più deboli, e prenderti cura di chi non ha esperienza o ha poco senso pratico.

Solo la diversità è vera maestra di vita. E l’India è una ottima maestra: il posto ideale per imparare e per mettersi mille volte alla prova.
Non esiste al mondo un altro Paese che, come l’India, racchiuda mille Paesi, mille realtà, mille sfumature e colori e odori, mille divinità e mille caste.

Il confronto tra la nostra vita piena di “questo è mio” – la mia macchina, il mio cane, il mio appartamento – e la vita di chi in India non possiede nulla, provocherà un violento contrasto interiore e ci chiederemo come 700 milioni di persone – secondo le ultime stime – possano vivere nella povertà alla “The Millionaire”, il famoso film che ha svelato le condizioni degli slums di Mumbay (...) Superare questo impatto è il primo scoglio da affrontare se si decide di visitare l’India. (..) Tanta povertà non potrà lasciarci impassibili, e ci verrà voglia di metter mano al portafoglio per dare dei soldi a un bambino, o a un mendicante, per alleggerirci la coscienza e sentirci meglio. Ma non è questa la strada giusta (...). Durante un viaggio in India, si deve andare alla ricerca della accettazione e approvazione di se stessi proprio da parte
di chi è emarginato da sempre, attraverso un processo di autoazzeramento dei propri valori occidentali in declino, e una sorta di espiazione dei peccati primordiali. Confessando il disperato bisogno di identità che tutti abbiamo.

Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l’animo dei popoli. Non riesco più a partire senza dare un senso, una mission ad un mio viaggio. Non riesco più ad essere spettatore.
Sono attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, che, per me, sono lo spirito della Terra e gli Ultimi Uomini. La meta di questo mio nuovo viaggio in India è lo stato dell’Orissa, che si affaccia sul Golfo più grande al mondo, quello del Bengala. In Orissa, ci sono oltre 60 tribù, di cui alcune primitive, e oltre ad incontrarle e studiarne le usanze, vorrei soprattutto indagare su alcune difficili situazioni inerenti i loro diritti umani. Ho un obiettivo ben preciso, dunque, ma – come sempre – il successo è affidato alla fortuna e al mio istinto, e l’unica certezza che ho è la partenza...

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Chi è Raffaella Milandri

Dice Raffaella Milandri : "Viaggiare non vuol dire visitare luoghi, ma percepire l'animo dei popoli". Scrittrice, fotografa e attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, è viaggiatrice solitaria ed è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. La Milandri si dedica alla scrittura, alla fotografia e ai reportage, intesi come strumento di sensibilizzazione e  divulgazione sul tema dei diritti umani e delle problematiche sociali.
Dice di sé: "Amo le persone semplici, e sono fiera di essere una di loro".  Raffaella Milandri si impegna in campagne informative e lancia appelli e petizioni attraverso conferenze, filmati, libri e interviste diffusi su media e social network. Varie le partecipazioni televisive e radiofoniche in Italia, numerosi gli articoli sui suoi viaggi, su quotidiani e riviste. I suoi viaggi in diretta su Facebook sono un evento mediatico molto seguito.
Dal 2010 è membro adottivo della tribù dei Nativi Americani Crow, in Montana.

Raffaella Milandri ha anche un blog: http://viaggieturismoresponsabile.blogspot.it/

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