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Parlando di Nativi Americani, il pensiero corre subito alle Grandi Praterie che films e fumetti, nel bene e nel male (troppo spesso nel male), hanno raggiunto l'immaginario collettivo. Faticosamente si è fatto strada, attraverso le nuove generazioni, il rispetto verso le culture autoctone, e si è messa in discussione la cosiddetta "civiltà" dell'Uomo Bianco. A questo punto sorge spontanea una domanda: cos'è accaduto al Nativi dell'Est, che incontrarono i coloni già dall'inizio del XVIII secolo?
Raffaella Milandri sceglie il popolo Cherokee per raccontarne cultura, storia, leggende e religione. Una cultura ricchissima, con molte sfaccettature, diversa in molti aspetti da quella dei cugini delle Praterie. I Cherokee erano cacciatori e pescatori, ma anche coltivatori; il mais rappresentava una parte importante nel loro sostentamento e le cerimonie dedicate alla semina e alle raccolte erano (e sono) molto importanti. Costruivano abitazioni permanenti, in vere e proprie città, di cui oggi si trovano solo i resti. Erano una società organizzata, attraverso i Clan, con leggi che regolavano vari aspetti della vita singola e comunitaria, con capi eletti e dedicati ai rapporti con l'esterno.
Inizialmente i rapporti con gli Europei non furono conflittuali, anzi i Cherokee assimilarono alcuni comportamenti dai Coloni, ma quando essi diventarono Americani, le cose iniziarono a peggiorare, prima per un eccesso di paternalismo che mirava a "civilizzare" i Nativi, poi con i conflitti armati, infine con una vera e propria deportazione, ricordata come “Trail of Tears, Sentiero delle Lacrime" che dai loro luoghi di origine li spinse in un angolo di quello che diventerà lo stato dell'Oklahoma. I nuovi Americani volevano terra per abitare e coltivare, che fosse già abitata da chi era Americano prima della preistoria, non lo consideravano un loro problema.
Questa, in sintesi, la storia. Oggi però i Cherokee si stanno riorganizzando, nascono nuove comunità e arriva denaro tramite i casinò. Si sfrutta l'indipendenza delle "riserve". L'appartenenza ad un Clan di Nativi, è diventata oggi molto importante, in certi casi oggetto di contenzioso. Personalità del mondo degli affari e dello spettacolo cercano di darsi una patina di “autenticità” dichiarandosi di origine Cherokee. In alcuni casi si vogliono acquisire i diritti economici delle tribù, altre volte si tratta solo di una moda.
Durante tutto questo escursus temporale, i Cherokee hanno mantenuto vive le loro tradizioni, tra cui si annovera una ricca mitologia e una spiritualità molto forte, scandita da danze e cerimonie. Purtroppo il linguaggio non è sopravvissuto indenne alle politiche di “civilizzazione” imposte dai governi degli Stati Uniti: i bambini venivano portati via dalle loro famiglie e costretti in scuole di lingua inglese, con l'intento di sradicarli dalla loro cultura “selvaggia” per formare dei bravi cittadini. Qualcosa però ha fatto sì che il Cherokee potesse usufruire di un mezzo che ne perpetua il ricordo: un “Sillabario”, una raccolta di sillabe fonetiche con le quali è possibile ricostruire la lingua. Inventato nel 1821 da un Cherokee ispirato ed eclettico, fu non solo uno strumento per leggere e scrivere, ma dette ai Cherokee la sensazione di essere un popolo, capace di resistere alle vessazioni dell' "Uomo Bianco".
Nel contesto di un recupero storico-culturale si inserisce il libro di Milandri/Blasini, che associa a una raccolta di preziose informazioni sulla civiltà Cherokee un dizionario cherokee/italiano, opera difficilissima perchè le regole di pronuncia, esplicitate, sono lontane dalla grafia e anche dalla nostra lingua.
Dopo il “Lessico Lakota” le scrittrici si ripropongono in coppia alla riscoperta di un popolo Nativo Americano. La scelta è coraggiosa: si tratta di due popoli con tradizioni diverse, lingue diverse, abitudini di di vita diverse, storie diverse. E' molto importante presentare i Nativi in questo modo, perchè se ne svela la pluralità e la varietà. Anche noi possiamo identificarci come “Europei”, eppure siamo un puzzle di popoli con lingue, culture, religioni differenti. Una riflessione su ciò che siamo, o non siamo, può aiutarci a capire quanto sia insultante pensare ai Nativi Americani come a una indefinita nuvola di polvere, dalla quale di tanto in tanto escono delle immagini in bianco e nero. Dietro la cortina fumogena calata dai Governi Americani troviamo un ricco insieme di civiltà, che attendono solo di essere riscoperte.
C’era una volta una terra vasta e bellissima, con un popolo che vedeva le prove della vita in un modo che era connesso al mondo della natura, e parte stessa di esso, e al ciclo della vita e della morte, e alle quattro stagioni simboliche.
I Cherokee hanno dovuto combattere per mantenere i loro costumi, le loro tradizioni e la loro lingua, più e più volte. Furono usati metodi molto crudeli per porre fine alla cultura e alla lingua Cherokee, e di tutti gli altri Nativi Americani.
La vera storia dei Nativi Americani è purtroppo ancora oggi sconosciuta a molti, ed è importante sottolineare come le loro tradizioni, i loro linguaggi e la loro stessa identità siano stati oggetto, da Cristoforo Colombo in poi, di una opera continua di violenta colonizzazione, accompagnata dal tentativo di cancellare la loro essenza vitale e culturale.
diffusa e intensiva pratica della agricoltura che, come elemento produttivo principale di sussistenza, ha determinato la creazione di grandi comunità autosufficienti e stanziali
Poiché il mais assicurava, insieme alle altre coltivazioni, copiose forniture alimentari, il benessere che ne derivò permise ai Cherokee lo sviluppo di villaggi più grandi e raccolti in chiefdom, domini, estesi sotto la guida di un unico capotribù
Lo stile degli abiti indossati dai Cherokee è stato, fin dall’Ottocento, fortemente influenzato dagli Americani e dalla disponibilità di tessuti commerciali. Usavano dipingere e tatuare sia i corpi e sia i volti: i guerrieri Cherokee avevano ta-tuaggi, e usavano la pittura per il viso e il corpo.
Quella dei Cherokee è storicamente una società matrilineare, e la appartenenza al clan era conseguita attraverso la madre.
Atto dell’Oblio del 18 aprile 1810, il Consiglio Nazionale sradicò completamente la rappresaglia dei clan dalla Legge di Sangue Cherokee, ripudiò l’ereditarietà matrilineare e si riferì a mariti e padri nella nazione come ca-pi di famiglia: una vera rivoluzione.
alla fine del Seicento … il popolo nativo si trovò coin-volto nelle lotte colonialiste tra Francesi e Inglesi … nel 1776 … Cambiarono gli interlocutori: i trattati cominciarono a essere firmati con gli Stati Uniti d’America e non più con gli Inglesi.
Il Governo degli Stati Uniti inviò 7.000 soldati, che costrinse-ro i Cherokee in palizzate, sotto la minaccia di baionette. Non ebbero nemmeno il tempo di raccogliere le loro cose e, men-tre se ne andavano, i bianchi saccheggiarono le loro case. Ini-ziarono la marcia conosciuta come il Sentiero delle Lacrime, Trail of Tears, in cui moltissimi Cherokee morirono di freddo, fame e malattie durante il viaggio verso le terre occidentali.
Tra i Cherokee, il fuoco e il sole erano visti come donne anziane. Per rispetto, il fuoco veniva alimentato con una porzione di ogni pasto, perché, se fosse stato trascurato, avrebbe potuto vendicarsi di loro. Mentre il Fuoco Sacro rappresenta il sole e il Mondo Superio-re, l’Acqua (soprattutto l’acqua delle sorgenti e dei fiumi) rap-presenta il Mondo Sotterraneo.
Si credeva che la malattia fosse causata principalmente dagli animali. Così anche la guarigione doveva venire dal mondo naturale ...
Scrittrice e giornalista, Raffaella Milandri, attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, è membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in Montana. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Relativamente ai Nativi Americani ha pubblicato: La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d’America (Polaris 2013); Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane (Mauna Kea 2019). Lessico Lakota (Mauna Kea 2019) in collaborazione con Myriam BlasiniTutti i suoi ultimi libri sono disponibili in e-book.
Myriam Blasini, di origini canadesi, è studiosa appassionata di storia delle religioni e di tradizioni multiculturali e multilinguistiche. Laureanda in Veterinaria alla Federico II di Napoli, è esperta di cultura giapponese e di manga. Per Mauna Kea ha pubblicato: Lessico Lakota (2019) in collaborazione con Raffaella Milandri.
Lessico Cherokee. Storia, Spiritualità e Dizionario Italiano-Cherokee
di Raffaella Milandri e Myriam Blasini
pagine 418 formato 14×21
Edizione giugno 2021
Categoria: Dizionario, Saggio, Nativi Americani
EAN/ISBN 978-88-31335-25-6
https://maunakea.biz/
Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.
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