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C'erano una volta... i Western.
Chi, come me, non è più tanto giovane, ricoderderà Rin Tin Tin, Bonanza, La Grande Vallata e una quantità di vecchi film che scorrevano sullo schermo televisivo. I primi filmati, muti e in bianco e nero, non avevano bisogno di molto: bastava aggirare la collina di Hollywood, e il non-tanto-Vecchio West era lì, con una gran confusione di cavalli e gran polveroni. Poi arrivarono il suono e il colore; con grandi attori diedero vita alla celebrazione della "Conquista del West", da parte di pioneri senza paura, sempre accerchiati da Uomini Rossi, mostrati come crudeli, assetati di sangue, vendicativi.
La realtà fu ben diversa.
Questo è uno degli argomenti principali affrontati da Raffaella Milandri nel suo recente libro "Gli Ultimi Guerrieri", un lungo racconto in cui l'autrice ci prende per mano e ci accompagna nel suo viaggio solitario fino alle terre dei Crow (Montana) e dei Lakota, da tutti conosciuti erroneamente come Sioux (Dakota). Mi spiace rinunciare a un nome, per me sinonimo di valore e indipendenza, ma seguo con attenzione Raffaella.
Tra paesaggi stupendi e sconfinati, i Nativi Americani sopravvivono all'interno delle Riserve (che brutto termine!) dove cercano di mantenere la propria cultura, la lingua, le tradizioni. Nel viaggio incontriamo due tribù molto diverse tra loro, nemiche da sempre. Al momento, il clima non sembra essere molto cambiato. Cito subito una frase: "I Crow hanno scelto la sopravvivenza, i Lakota la lotta per l'indipendenza." In entrambi i casi è impossibile restare indifferenti alle loro parole, che l'autrice riporta con viva e sentita partecipazione, avendo sposato da tempo la loro causa. Con la sua capacità narrativa, ci fa attraversare l'oceano, poi le grandi pianure in cui un tempo vivevano liberi i Guerrieri (senza cavalli, in origine) per arrivare ai territori in cui sono costretti oggi, privati di ogni fonte di sostentamento. I Crow accettano aiuti dall'Uomo Bianco, e vivono bene, i Lakota sono in conflitto con il governo e cercano strenuamente di difendere la Madre Terra, obiettivo che da noi, in Europa, si è consolidato solo recentemente. Negli States, è ancora un'utopia.
Non si deve pensare che il racconto di R. Milandri sia una specie di documentario, in cui il narratore si nasconde dietro una macchina da presa, ed osserva da lontano, cercando di mostrarsi imparziale. Qui è tutto il contrario. Membro adottivo di una famiglia Crow, e quindi della tribù, la scrittrice partecipa al loro ricco pow wow (festa annuale) con molta commozione ed ammirazione. Lei è dentro il narrato, non all'esterno. Ci racconta la sua storia, le sue impressioni, i suoi sentimenti, e in maniera così intimista da far sentire anche i lettori parte delle comunità native, con tutti i loro problemi e le vessazioni subite dall'uomo bianco, capace solo di supponenza e cupidigia. Seguendo l'autrice, al contrario, noi possiamo pensare come i nativi, e vedere il mondo moderno e il passato con i loro occhi, molto critici, molto fieri, e legittimamente risentiti per le ingiustizie perpetrate nel XIX e XX secolo. I Lakota ne hanno subite moltissime, e continuano a subirne, per opera diretta del governo USA, tutto per motivi economici, che a loro non interessano e non hanno mai portato nulla di buono alla tribù. Oggi è ancora peggio che nel passato, perché la potenza delle compagnie petrolifere ed energetiche è fuori controllo: continuano a scavare e trasportare sostanze nocive che poi si disperdono nel terreno, diventando veleno non solo per i Nativi, ma per tutti gli abitanti dei dintorni. Con il progresso non è cambiato nulla, i potenti uomini bianchi continuano a credersi proprietari dei terreni, a danno di chi li abitava molto prima di loro, con la stessa arroganza che hanno nei confronti di ogni diverso, e con il preciso intento, mai sepolto, di sterminare gli Uomini Rossi, perché, pur tra mille difficoltà, e spesso molto poveri, non si piegano e non si arrendono.
Questo libro di R.Milandri si legge d'un fiato, poi si rilegge con attenzione, cercando, tra i molteplici spunti di riflessione, ciò che maggiormente ci colpisce. Un racconto di dimensioni contenute e molto intenso, che non si spreca in ridondanze paesaggistiche o emozionali, ma va dritto al cuore dei problemi, con una scrittura precisa ed essenziale.
Un libro adatto a tutti, che abbraccia plurimi campi d'interesse, e ci illusta una verità scomoda, tanto scomoda che non si possono rivelarne i complessi retroscena.
Accontentiamoci, per ora, di aver viaggiato tra i Nativi Americani, e non intorno a loro.
Essi hanno subìto per centinaia di anni una forma di costante e violenta estraniazione da se stessi: la colonizzazione buonista e cristiana ha cercato di “salvarli” dalla loro cultura, considerata selvaggia, forzandoli a cambiare lingua, religione, stile di vita e alimentazione, vietandogli persino di portare i loro nomi originali.
Solo l’arrivo infausto dell’Uomo Bianco fu capace, in breve tempo, di far estinguere i bisonti: ne andava a caccia per la carne, per i guadagni del commercio di pellicce, ma
soprattutto per divertimento e per togliere alle tribù un primario sostentamento alimentare. I Bianchi ne sterminarono milioni, con il preciso obiettivo di indurre i Nativi Americani in una situazione di fame e di stenti, che li portasse all’annientamento e alla completa sottomissione al Governo.
... gli chiedo un consiglio su una questione che mi sta a cuore: in qualità di membro adottivo Crow, come è meglio comportarmi durante la mia successiva visita presso la tribù
Sicangu Lakota? ... le varie tribù dei Lakota quest’anno hanno disertato in massa il Centenario della Crow Fair; nessuno di loro partecipa alle danze né al rodeo.
Il motivo è che sui manifesti del grande evento della tribù Crow campeggia lo sponsor della Transcanada, la compagnia petrolifera canadese che da anni preme per attraversare ... le terre sacre ai Lakota ... il mio viaggio in terra Lakota dovrà iniziare con prudenza e sotto copertura
... i costumi tradizionali fatti con materiali originali sono ormai rari a vedersi: il classico copricapo indiano, il war bonnet, talvolta ha piume d’aquila sostituite da imitazioni sintetiche; nei costumi delle donne Crow i tipici denti d’alce sono spesso di plastica. Attenzione, non vi sono motivi animalisti dietro a questo cambiamento...
“Ricordiamo con orgoglio il giorno in cui conquistammo la bandiera americana, strappandola al Settimo Cavalleggeri e sconfiggendo Custer e l’esercito dei Bianchi a Little Big Horn, il 26 giugno del 1876. Noi siamo la discendenza di quei guerrieri.
Questo è il nostro fiero popolo”. Così apre la conferenza, con voce tonante, una donna Lakota; e dal tono, sembra che sia successo l’altro ieri, e non che siano passati più di 140 anni.
Tra gli spalti e le sedie c’è un gran fervore di preparativi, a fianco a me c’è una mamma che sistema il costume alla bimba, le decorale trecce e finisce di dipingerle il viso, mentre il fratellino, che veste in t-shirt e pantaloncini, mette il muso per l’invidia:
“Tesoro quest’anno non ho i soldi per il tuo costume. L’anno prossimo lo avrai, te lo prometto”, dice la signora in tono accorato, mentre il nonno gli pone una mano sul capo in modo amorevole, per consolarlo. Per i bambini, entrare a partecipare al wacipi è un modo per sentirsi membri attivi della comunità Lakota, per rispettare le tradizioni ed essere ammirati.
... fuori dalla riserva hanno poca considerazione, se non sono addirittura vittime di bullismo per la loro appartenenza, discriminati e sbeffeggiati per i loro capelli lunghi o per il colore della loro pelle...
Editore Mauna Kea Edizioni
info@maunakea.biz
Scrittrice e giornalista, fotografa umanitaria e viaggiatrice in solitaria, Raffaella Milandri, attivista per i diritti
umani dei popoli indigeni, è membro onorario della Four Winds Cherokee Tribe in Louisiana e della tribù Crow in
Montana. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Ha pubblicato: Io e i Pigmei.
Cronache di una donna nella Foresta (Polaris 2011); La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d'America (Polaris 2013); In
India. Cronache per veri viaggiatori (Mauna Kea 2019, seconda edizione in uscita ottobre 2019); In Alaska. Il Paese degli
Uomini Liberi (Mauna Kea 2019, seconda edizione in uscita ottobre 2019); Liberi di non Comprare. Un invito alla
Rivoluzione (Mauna Kea 2019, seconda edizione); Gli Ultimi Guerrieri. Viaggio nelle Riserve Indiane (Mauna Kea 2019).
Tutti i suoi libri saranno presto disponibili in e-book.
Editoria: recensioni - "Io e i Pigmei" di Raffaella Milandri
Recensioni: Raffaella Milandri, In India - cronache per veri viaggiatori
Editoria: La mia tribù, di Raffaella Milandri
Recensione - Raffaella Milandri, Liberi di NON comprare
Recensione - In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, di Raffaella Milandri
Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.
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