Letteratour

www.letteratour.it ARTICOLO

Introduzione alla Short Story -
La Short Story di Margaret Atwood

di Cinzia Chiappini

Nella categoria: HOME | Articoli critici

Che cos'è la Short Story
La Short Story in Canada

La Short Story di Margaret Atwood
Analisi di BLUEBEARD'S EGG:
Il racconto nel racconto
Alcuni temi ricorrenti
La favola di Barbablù
La Short Story
Bibliografia

Che cos'è la "Short Story"

L'Oxford English Dictionary, strumento fondamentale per chi voglia risalire all'origine e conoscere l'evoluzione di un vocabolo inglese, registrò il termine "Short Story" soltanto nel 1933, quando cioè questo genere (nella forma piu' vicina a quella attuale ) esisteva gia' da circa mezzo secolo. Questo "ritardo" è solo un esempio del lungo percorso che la Short Story ha dovuto affrontare prima di riuscire ad ottenere lo status di genere letterario vero e proprio: non tanto per la mancanza di studi critici in proposito ma, piuttosto, perché esso risulta difficilmente definibile.

Se ci si chiede, ad esempio, in quale momento storico si colloca la nascita della Short Story, sorgono subito alcuni problemi. In "The Short Story", Ian Reid partendo dagli antichi Egizi, fa un excursus sulle tappe principali della narrativa breve, ricordando tra l'altro il "Decamerone" di Boccaccio (1350) e le "Novelas Ejemplares" di Cervantes (1613), per poi soffermarsi con particolare attenzione sul Romanticismo: in questo periodo nel Regno Unito si affermava definitivamente il romanzo; sull' altra sponda dell'oceano comparivano nei "Magazines" i primi "Sketch" e, pochi anni dopo avrebbero iniziato a diffondersi le opere di Poe, Melville e Hawthrone. Non si può parlare però di Short Story, sottolinea Reid,fino agli anni '80 del diciannovesimo secolo, quando cioè questi racconti persero il tono fiabesco, per diventare piu' legati alla vita reale. I critici americani tendono, di solito, a collocare la nascita di questo genere nel 1800, liberandolo così dalla tradizione letteraria europea; gli studiosi inglesi, invece, vedono la Short Story come la naturale evoluzione delle storie medioevali sulle vite dei santi, radicandola così nella cultura del "vecchio continente". Se,com'è noto, non è possibile stabilire il momento in cui nasce un genere letterario, in alcuni casi si individuano, piuttosto facilmente, periodi in cui la diffusione aumenta e la "moda" si diffonde (ad esempio si ricordino- nella letteratura inglese- il Sonetto nel Rinascimento o il Romanzo nel Romanticismo.); per la short story quest'operazione è piu' complicata perché, se da un lato sembra esistere da sempre, dall'altro le sue caratteristiche sono cambiate a tal punto, col passare del tempo, da far pensare che non si tratti sempre dello stesso genere.

Sorge, a questo punto, la necessità di una definizione: la critica è però assai discorde su questo punto. Mary Pratt, creando un' opposizione binaria tra Romanzo e Short Story, sceglie il primo come punto di riferimento, relegando la seconda in una posizione subordinata. Altre definizioni si soffermano sul numero di parole che vi dovrebbero comparire (secondo Maugham i limiti sono racchiusi tra un minimo di una pagina e un massimo di 20000 parole),oppure sul tempo necessario alla lettura di un testo di questo tipo ("one sitting" secondo Poe).Queste definizioni non sembrano riuscire a descrivere in modo soddisfacente la Short Story in quanto esistono numerosi esempi che le contraddicono.

Dominic Head in "The Modernist Short Story", consiglia di non cercare una "formula", ma di individuare piuttosto le tendenze di questo genere; anche Reid giunge alla stessa conclusione e, pur individuando quelle che a suo parere sono le tre caratteristiche principali (". unity of impression, moment of crisis, simmetry of design,."), invita il lettore a cercare nella Short Story non tanto queste tre qualità ma, piuttosto, ad apprezzare quella che sembra essere l'unica vera costante in ogni testo: la libertà dalle regole.

torna su

La Short story in Canada

Studiando la realtà culturale di una nazione, si rischia di incorrere in un errore assai diffuso: trovare caratteristiche ricorrenti nelle opere di un paese e, quindi, dichiararle come distintive di quella letteratura...

La Short Story in particolare è un genere strettamente legato alla realtà locale, e diventa difficile parlare di un unico "filone" canadese.

Verso la metà del diciannovesimo secolo in Canada, la produzione la narrativa breve si articolava in cinque tipi di racconto: narrazioni documentaristiche sulla realtà locale; storie romantiche secondo gli schemi tradizionali ereditate dalla cultura europea; storie d'amore ambientate nel paesaggio locale; opere in dialetto di carattere comico che descrivevano personaggi tipici e la vita delle classi subalterne;e infine, raccolte in cui si condensavano tutti questi racconti.

Come osserva New, se si escludono i riferimenti ai personaggi, la struttura delle opere in questo periodo risente ancora in modo marcato della dipendenza dai modelli europei, tanto che non si rilevano grandi differenze tra le short stories canadesi e quelle di un' altra ex-colonia, situata all'altro capo del mondo, come la Nuova Zelanda.

In Canada questi racconti venivano scritti sotto forma di Sketch : dopo la Prima Guerra Mondiale l'attenzione degli scrittori non si limitò piu' solamente al paesaggio, ma si concentrò piuttosto sul punto di vista dal cui lo si percepiva e le caratteristiche dell'ambiente iniziarono così ad essere considerate per la loro influenza sulle persone. Nelle opere di questo periodo comparivano, per la prima volta, le problematiche legate al rapporto con la letteratura europea, ai modelli letterari da essa imposti, all'evoluzione e alla diversificazione della lingua inglese nelle ex-colonie.

Quest'ultimo argomento, è particolarmente delicato: New sottolinea infatti, la scarsità di studi sui modi in cui le varianti dell'Inglese standard (pronuncia, lessico, sintassi, ortografia,.)incidono sulla letteratura dei paesi anglofoni. In Canada, diversamente da altre nazioni coinvolte dalla colonizzazione britannica, si sono registrate variazioni significative non tanto nel vocabolario quanto nella pronuncia. Nella lingua parlata, da un certo momento in poi, si verificò un lento ma importante distacco dall'Inglese standard: la cultura "alta" non si occuperà per molto tempo di questo fenomeno considerandolo minore, proprio perché non legato alla scrittura. Il Racconto Orale, per sua natura, subì e sfruttò le conseguenze di questo cambiamento linguistico: diverso da zona a zona e soggetto a modifiche tramandate attraverso le varie generazioni, questo genere creò,col trascorrere e del tempo, una base di valori, di miti, di leggende, largamente condivisi, non tanto a livello nazionale ma piuttosto a scala regionale.

In seguito, la creazione di una letteratura popolare, basata sulla tradizione orale, ha permesso di conservare e diffondere il linguaggio etnico, i costumi regionali, i ricordi del passato arcaico. Questo "filone" letterario fu' considerato "minore" fino agli anni '60, quando venne invece riscoperto e posto come punto di partenza per la creazione di una letteratura indigena ( con parole di New "By being aborigenal it aims to be original "): la ribellione contro gli schemi imposti dal Vecchio Mondo portò così gli scrittori canadesi a cercare le proprie radici nella tradizione orale.

torna su

La Short Story di Margaret Atwood

La produzione letteraria della Atwood oltre ad essere molto copiosa è anche assai diversificata: nella sua biografia troviamo infatti romanzi, short stories, libri per bambini, opere di critica e poesie.

La Short Story e la Poesia in particolare sono state accomunate dalla scrittrice canadese per il loro potere simbolico: il linguaggio di entrambe infatti non è esplicito ma fa ricorso ad elementi simbolici che rappresentano e "riassumono" una verità piu' nascosta. La struttura dei brani è diversa da quella lineare del Romanzo: le immagini infatti, si ripetono e succedono, proprio come le strofe di una poesia. In opere come "Lady Oracle" e "Surfacing" i simboli vengono interpretati dai personaggi che, di conseguenza, modificano o tentano di modificare, il corso della loro esistenza; nelle short stories invece, la percezione di questi elementi avviene a livello inconscio, tanto che i protagonisti hanno un atteggiamento quasi passivo e non tentano neppure di modificare la loro condotta. I personaggi che vengono a contatto con questa realtà nascosta si trovano in difficoltà, non solo perché non riescono a comunicare agli altri i loro stati d'animo, ma anche a causa del fatto che le persone da cui sono circondati non sono in grado di capire il loro punto di vista.

torna su

 

"BLUEBEARD'S EGG"

 

Il racconto nel racconto

"Bluebeard's egg" è una raccolta di dodici short stories che sembrano non avere nessun legame comune: molto spesso, infatti, nelle collezioni di questo tipo, gli autori costruiscono un macrotesto unendo le storie tra loro con artifici narrativi (ad esempio in "Winnesburg Ohio" Anderson fa comparire, a volte anche solo marginalmente, il giovane George Willard; in "Dubliners", Joyce mantiene sempre l'ambientazione a Dublino.).In questo lavoro di Margaret Atwood, non c'è niente di simile: i personaggi sono i piu' diversi ( dalla mamma ormai anziana di "Significant Moments in the Life of My Mother", all'adolescente di "Hurricane Hazel"; dall'attivista politico di "Uglypuss", alla moglie tradita di "Betty"; dalla stravagante pittrice di "The Sunrise", alla coppia di pensionati di "Unearthing Suite".); anche se tutte le storie (tranne una, "Scarlet Ibis".) sono ambientate in Canada, non è l'ambiente il "leitmotiv" della raccolta.

Per conferire unità alla sua raccolta, la Atwood usa la tecnica del "Racconto nel Racconto": in ognuna delle short stories, sono "nascosti" altri racconti, che aiutano il lettore a interpretare e comprendere in modo piu' completo il testo. Questo espediente narrativo, era stato usato dall' autrice in "Surfacig"(1973) e in "Lady Oracle" (1977), due romanzi; in "Bluebeard's egg"(1983) gli esiti sono stati a distanza di anni ovviamente diversi e, quindi, confrontare queste tre opere diventa molto interessante. "Surfacing"è forse il testo in cui la Atwood affronta piu' esplicitamente le problematiche legate al colonialismo in Canada. La protagonista di questo romanzo è costretta a confrontarsi con due culture diverse: da un lato quella statunitense, rappresentata nei libri di favole che, in quanto disegnatrice professionista, deve illustrare; dall'altro l'antica tradizione del Québec, legata al ricordo del padre disperso e che lei stessa deve cercare attraverso i luoghi della sua infanzia. Lavorando sulle favole, (la raccolta si intitola "Favourite Fairy Tales"),la donna percepisce la distanza tra le storie che legge e la realtà canadese:

"...It's hard to belive that anyone here, even grandmothers, ever kenw these stories: this isn't a country of princesses..."

Contemporaneamente, si rende conto di non ricordare affatto i racconti della sua infanzia, della sua regione:

"...they must have told stories about something as they sat around the kitchen range at night.(...)The truth is that I don't know what the villagers thought or talked about..."

Quello che le resta, infatti, è solo lo stereotipo del folklore del Québec, quello che altri (gli Stati Uniti) hanno deciso dovesse essere conservato (secondo lo stesso principio che Bahbah ha illustrato in "Orientalism").

Dovendo realizzare dei disegni per queste favole, la protagonista si trova in difficoltà: il suo blocco è a livello inconscio e piuttosto delle splendide principesse che incarnano la "donna dei sogni", esce dalla sua matita, dopo tanto lavoro, un essere mostruoso simile ad un lupo.

In "Surfacing" queste illustrazioni sono dei "racconti nel racconto": costituiscono, cioè, la proiezione di quello che poi succederà nel macrotesto. Così come la protagonista aveva rimosso il modello di donna imposto dalla cultura dominante, con un processo simile si libererà, nel procedere verso la fine della sua avventura, degli stereotipi americani sulla tradizione canadese, ritrovando così il vero folklore della sua terra: questa "riconciliazione" avviene simbolicamente nella parte finale del romanzo quando, dopo un'estenuante ricerca attraverso il bosco selvaggio che circonda l' abitazione della sua infanzia, la donna incontrerà il padre che ha proprio le sembianze di un lupo.

Non solo i disegni ma le stesse favole costituiscono un "racconto nel racconto": esse vengono distorte e adattate ai canoni letterari piu' in voga per esigenze di mercato, subendo lo stesso processo a cui è stata sottoposta l' intera tradizione culturale canadese.

La Atwood critica così la pratica di impadronirsi di una cultura, riproducendola nel suo stesso testo, al fine di evidenziarla e parodiarla. Come si è detto, le illustrazioni nascono in seguito ad un processo di interpretazione del racconto che dovranno accompagnare; allo stesso modo le favole vengono modificate e adattate alle esigenze di mercato: tutti i racconti "nascosti" nel macrotesto sono dunque delle riproduzioni e, in quanto tali, sottolinea la Atwood, subiscono delle distorsioni nel passaggio dall' "originale" alla "copia". Ma allora in che modo gli artisti contemporanei devono vivere il rapporto con la tradizione?

In "Lady Oracle" questo stesso interrogativo viene posto, proprio come in "Surfacing", sfruttando la tecnica del "Racconto nel Racconto": si tratta ancora di favole, in particolare "Màrchen" della tradizione europea. Leggere "Lady Oracle" come la storia di una moderna Cenerentola che, grazie al suo talento di scrittrice, da "pallina di naftalina" si trasforma in una donna di successo significherebbe, come sottolinea la critica Femminista, limitare le possibilità di questo testo e chiuderlo in uno schema di interpretazione restrittivo, secondo le pratiche della cultura patriarcale. Joan, la protagonista, scrive romanzi gotici e la sua vita reale si intreccia sempre piu' con quella fittizia: ripensando alle favole della sua infanzia e immedesimandosi nelle eroine la donna non trova mai il "principe azzurro" ma, al contrario, si muove sempre verso il finale piu' tragico; riguardo alla favola di Barbablu', Joan dice:

"...I would be one of the two stupid sisters (...) not the third, clever one who keeps to the essentials..."

Joan è consapevole del fatto che, condurre la sua vita secondo il copione delle fiabe, la porterebbe al matrimonio, inteso come annullamento di sé, accettazione del ruolo passivo a cui la donna viene relegata, e "morte spirituale": la protagonista di "Lady Oracle leggendo, si trova intrappolata in una serie di schemi da cui, paradossalmente, riesce a liberarsi scrivendo a sua volta racconti altrettanto standardizzati. Come lettrice, Joan, tenta di resistere all' autorità della trama convenzionale, ma come scrittrice la ripropone, perché le permette di far sognare le sue lettrici, le dà successo e potere. Gli schemi imposti dalla letteratura europea, che rispecchiano la cultura patriarcale e una figura femminile passiva, vengono sfruttati dalla scrittrice protagonista di questo romanzo, e le permettono di liberarsi da quelle restrizioni, dalle convenzioni che per secoli hanno gravato sulle donne.

In "Lady Oracle", i "racconti nel racconto" sono dunque rappresentati da brani scritti, non piu' "nascosti" ma identificati e distinti dal macrotesto: così come in:"Surfacing", essi rappresentano una distorsione, un' interpretazione (in questo caso dal punto di vista patriarcale) della realtà.

In "Bluebeard's egg" c'è una novità molto importante e ricca di conseguenze: i "racconti nel racconto" sono narrati in forma orale, non piu' quindi disegni o testi scritti come nelle due opere considerate in precedenza. La distinzione tra il macrotesto e le storie non è piu' netta ma, anzi, la voce del narratore si confonde con quella del personaggio e la distanza tra finzione e realtà viene minimizzata: ogni essere umano vive delle esperienze e le codifica in un sistema di segni che gli permette di comunicarle, ricostruendo quello che è successo in un determinato modo, da un certo punto di vista, evidenziando alcuni aspetti piuttosto che altri. Raccontare significa quindi interpretare la realtà che ci circonda e in "Bluebeard's egg " la Atwood sembra trovare, alla luce di questa considerazione, un equilibrio nel rapporto con la tradizione.

Le short stories di questa raccolta sono tutte legate all'ambiente famigliare, i rapporti descritti coinvolgono genitori e figli, mariti e mogli, amanti e amici, ...le origini dello "Story-Telling" vanno ricercate quindi nell'ambiente domestico e rappresentano un momento di coinvolgimento: tutti personaggi di questa raccolta interagiscono grazie alla narrazione di una vicenda che li ha piu' o meno coinvolti, (in "Lady Oracle" e in "Surfacing" la lettura dei testi "nascosti" costituiva invece un momento di riflessione personale e di isolamento.). Da questo incontro collettivo nasce poi l' esigenza di riportare in forma scritta i racconti ascoltati per "fissarli" e tramandarli ancora e piu' a lungo nel tempo.

Le vicende narrate sono una serie di esperienze universalmente condivise, basate su valori comuni. Un esempio su tutti: in "Significant Moments in the Life of My Mother" la madre ricorda la volta in cui "...we almost die..." riferendosi ad un tipo di esperienza raccontata da moltissime persone tanto che viene catalogata con il titolo di "the almost die narrative". In "Hurricane Hazel " si richiama invece il folklore della regione di Toronto: il "mito" di questo uragano viene tramandato di generazione in generazione ed è famigliare a tutti gli abitanti di quelle zone. Il lettore di "Bluebeard's egg" ritrova quindi nel testo le storie della sua infanzia, le esperienze della vita quotidiana, gli eventi straordinari che accadono una sola volta nella vita e scopre che non appartengono solo a lui ma che, al contrario sono condivise da tutto il resto dell'umanità.

Se in "Lady Oracle" e "Surfacing" la Atwood aveva usato la letteratura popolare di altre culture per sottolineare la contaminazione subita dalla tradizione canadese (e, così facendo, far assumere al lettore un approccio critico nei confronti di quest'ultima),in "Bluebeard's egg" evidenzia piuttosto la ricchezza e la varietà delle esperienze umane prescindendo dalla distinzione tra cultura e cultura, tra paese e paese.

torna su

Alcuni temi ricorrenti

Dalla lettura dei brani di "Bluebeard's egg" emerge la sensazione che ci siano due mondi diversi e lontanissimi: da un lato ci sono gli eventi così come si presentano a "prima vista"; dall'altro c'è una realtà nascosta, che solo alcuni riescono ad intuire grazie a una serie di immagini simboliche. Sono soprattutto le protagoniste femminili a soffrire di questa discrepanza: la loro sensibilità al mondo simbolico è, infatti, motivo di emarginazione dalle altre persone tanto che,per conquistare la "normalità" (che in questa raccolta è sinonimo di cecità) piegano la loro natura e si rifugiano nel ruolo di "dancing girls"(titolo della precedente raccolta di short stories della Atwood) assegnato loro dalla cultura patriarcale.

In "Hurricane Hazel", Mary racconta la sua prima storia con un ragazzo, Buddy: nonostante provi per lui non piu' di una benevola simpatia e trovi molte difficoltà nel comunicare con lui (".he made me anxious, becouse I didn't know how to talk to him.") la protagonista inizia questo rapporto con la speranza di diventare piu' simile alle sue coetanee, da cui si sente enormemente diversa:

"...I hadn't yet learned any of those statajems girls weresupposed to use on men...".

La giovane narratrice di "Betty", vive molto da vicino la triste vicenda di un' amica di sua madre: Betty, questo il nome della donna, dopo una vita all' ombra dell'affascinante marito Fred, viene lasciata e muore per un tumore al cervello. La ragazzina, che in un primo momento era stata come tutti "catturata" da Fred, si accorge che in quella coppia la persona piu' affascinante era invece Betty:

"...Fred ... no longer intrigues me.The Freds of this world make themselves explicit by what they do and choose. It is the Bettys who are mysterious..."

La narratrice rifiuta così quei canoni che avevano distrutto la povera Betty, preferendo la figura "perdente" della donna a quella "vincente" dell'uomo.

Nessuno degli altri personaggi di "Bluebeard's egg" riesce però a superare il lato superficiale e ad arrivare alla verità nascosta dell' esperienza, come ha fatto la ragazzina di "Betty": essi hanno solamente delle intuizioni che non riescono a razionalizzare né a comunicare.

In "Scarlet Ibis", Christine, riesce a vedere col marito e il figlio uno splendido uccello tropicale: in quel momento la donna si sente alleggerita da tutti i suoi problemi e ha la sensazione che possa esistere un mondo diverso da quello on cui è vissuta fino a quel momento. Rientrata in Canada, però, Christine raccontando la sua avventura ad alcuni amici, non è in grado di descrivere quello che ha provato perchè non riesce a trovare un linguaggio adatto: si rifugia così in una sorta di narrazione umoristica, descrivendo la sua come la tipica vacanza ai topici e riferendosi allo spettacolo degli uccelli con espressioni piuttosto banali:

"... she ended with the birds, which were worth every minute of it, she said.She presented them as aform of entratainment, like the Grand Canyion..."

Il problema della "non- comunicazione" è trattato in modo ancora piu' esplicito in "Loulou: or The Domestic Life of the Language", dove la protagonista è circondata da un gruppo di poeti: col loro parlare aulico e i loro vocaboli ricercati, mettono la donna in difficoltà, allontanandosi sempre di piu' dalla sua realtà e dal suo mondo.

In "Bluebeard's egg", come abbiamo visto, vengono affrontate alcune problematiche legate al rapporto tra mondo maschile e mondo femminile, tra realtà percepita elemento simbolico, con particolare attenzione alla questione dei "linguaggi". Tra tutte le short stories, una in particolare affronta ed esemplifica in modo chiaro i temi della raccolta: si tratta della storia che dà il titolo alla collezione e che, come "Surfacing" e "Lady Oracle" attinge dal genere fiabesco. Prima di analizzare nel dettaglio questa short story è utile una breve digressione sulla favola di Barbablu', per meglio comprendere gli elementi simbolici introdotti dalla Atwood.

torna su

La favola di Barbablù

Il motivo della favola di Barbablù è molto semplice: l'uomo impone la sua legge alla donna che viene punita nel momento in cui osa trasgredirla. Fin dai tempi piu' remoti si trovano testi che narrano vicende simili: in primo luogo nella Bibbia, con un Dio che comanda e una donna, Eva, che si macchia del peccato originale; nella mitologia greca, dove Psiche si volta per guardare il marito (nonostante lui lo avesse vietato)vanificando così la possibilità di essere salvata; in "Le Mille e una Notte", in particolare nel racconto "Il Principe Agib", dove la cecità e l'esilio sono la punizione per il protagonista che ha osato aprire una porta proibita.

Pur essendo il tema tanto antico, esso venne codificato solo nel 1697, quando Perrault scrisse il suo "Histoires ou Contes, du Temps Passé ", in cui compariva la favola di Barbablu". A questa ne seguirono numerose altre, piu' o meno ricche di varianti: tra tutte è interessante ricordare "The Fitcher's Bird" dei fratelli Grimm, prechè proprio questa sembra la piu' vicina al testo considerato dalla Atwood.

Nella versione di Perrault, Barbablù dà a sua moglie la chiave di una camera segreta e le proibisce, senza nessuna giustificazione, di accedervi; la donna, entrata nella stanza, trova i cadaveri delle altre mogli e, per lo spavento, fa cadere la chiave nel sangue, lasciando così una prova indelebile della sua disobbedienza. Barbablù, scoperto l'accaduto, sta per uccidere la donna che viene salvata dai fratelli: morto il marito "tiranno", lei eredita tutta la sua fortuna e trova un nuovo marito.

Lo stesso Perrault, spiegò quali erano gli insegnamenti da ricavare dalla sua storia: le donne dovevano imparare a limitare la loro curiosità; i mariti non devono fare richieste assurde. In seguito la critica ha proposto numerose altre interpretazioni, tra cui non mancano quelle in chiave "sessuale"; secondo una di queste, ad esempio, la macchia di sangue è la prova del tradimento della moglie e il tentato uxoricidio da parte di Barbablù è, in un certo senso, giustificato. Un'altra interessante lettura, parte dal presupposto che le favole sono sempre state raccontate da donne anziane: almeno in origine lo scopo di questo racconto sarebbe stato avvertire le giovani sulle conseguenze non tanto morali ma piuttosto pratiche del sesso, considerato che un tempo morire dando alla luce un figlio non era insolito.

La storia dei fratelli Grimm si differenzia in tre punti molto importanti: primo, il divieto rappresenta una sorta di "prova pre-matrimoniale"; secondo, la chiave è sostituita da un uovo magico; terzo, la donna si salva con le proprie forze.

A livello interpretativo, queste varianti hanno conseguenze piuttosto significative: se le prime due sembrano confermare una lettura in chiave sessuale, l'ultima propone invece una figura femminile diversa, che ha conquistato un diritto, quello di vendicarsi, che in precedenza apparteneva esclusivamente all'uomo.

torna su

La short story

La protagonista di questa storia è Sally: se in un primo momento appare una donna sicura, quasi altezzosa, in seguito la Atwood sottolinea la sua vera natura, ponendola a confronto con il problema della scrittura. Sally si iscrive infatti ad un corso di composizione durante il quale le viene chiesto di "riscrivere" la storia di Barbablù.

Il valore del 'racconto nel racconto' è sì legato alla vicenda di Sally ma è anche, per così dire, 'assoluto': in una lettura FEMMINISTA la terza giovane potrebbe rappresentare la donna che, dopo anni di patriarcato, si emancipa. La Atwood sottolinea che, in questa versione della storia di Barbablù, la ragazza si libera con le proprie forze, mentre nella variante di Perrault era soccorsa dai fratelli:

"In Perrault(...)the girl has to be rescued by her brothers; but in earlier version things were quite otherwise..."

Soffermandosi sull' opposizione ATTIVO/PASSIVO riguardo il ruolo della donna in questa storia (è da notare la forma passiva di 'to be rescued by') la scrittrice sembra suggerire proprio la lettura FEMMINISTA.

Un'interpretazione POSTCOLONIALISTA vedrebbe il mago come incarnazione della cultura occidentale e la giovane sarebbe, in questo caso, la personificazione dei paesi sottomessi che trovano il modo di esprimersi. Ci sono almeno due elementi che suggeriscono questo tipo di lettura : il primo, e il più evidente, è il fatto che la Atwood è una scrittrice Canadese, proveniente cioè da uno dei paesi maggiormente coinvolti dal dibattito sul POSTCOLONIALISMO.

Ritornando al contesto in cui il racconto di Barbablù è inserito,troviamo il secondo element: alla protagonista viene chiesto di RISCRIVERE la storia da un nuovo punto di vista:

"...they were supposed to(...) write a fivve-page transposition, set in the present and cast in the realistic mode(...).This time they had to choose a point of view."

La RISCRITTURA di un testo è uno dei mezzi usati dagli autori provenienti dai paesi colonizzati per dialogare e contemporaneamente sovvertire la cultura dominante: si ricordi, ad esempio, 'FOE 'di Coetzee una variante del 'ROBINSON CROSUE' di Defoe; oppure 'WIDE SARGASSO SEA' della Rhys rilettura di 'JANE EYRE' della Bronte. Questi autori partono proprio dal cambiamento del punto di vista: Coetzee affida la narrazione ad una donna,mentre la Rhys decide di 'ri-raccontare ' la storia tramite gli occhi di Antoniette, la moglie pazza di Rochester.

Analizzando nel dettaglio l'episodio narrato in questa short story, emergono elementi che confermano l'una e l'altra interpretazione: è utile quindi ripercorrere con attenzione la vicenda di Sally.

La protagonista di "Bluebeard's egg" si iscrive, come detto, ad un corso di composizione che la condizionerà profondamente: la molla che la spinge a questo passo è la consapevolezza di essere troppo dipendente dal marito:

"She knows she thinks about Ed too much"(...)"She needs to concentrate her on other things"

Lentamente la natura del rapporto tra i due coniugi diventa piu' chiara: se inizialmente, come detto, sembrava essere Ed il "debole", ora emerge che, non solo Sally cerca continuamente la sua approvazione, ma è l'uomo ad essere freddo, distaccato e disinteressato alla moglie. Il primo tema assegnato, "Explore your inner world" porta Sally a una constatazione importante sulla sua relazione col marito:

"She's fed up with her inner world, she doesn't need to explore it. In her inner world is Ed. (...) and in Ed is Ed's inner world, which she can't get at"

Il secondo tema non solo risulterà ancora piu' incisivo per il percorso psicologico della protagonista ma darà anche lo spunto alla Atwood per inserire importantissimi elementi simbolici. Il compito è quello di riscrivere da un nuovo punto di vista la favola di Barbablù.

È interessante analizzare la reazione di Sally e quale punto di vista sceglie per la sua RISCRITTURA. Se in un primo momento si mostra sarcastica con commenti ironici durante la lettura, in seguito viene assorbita dal compito assegnato e la soluzione da lei proposta risulta essere molto significativa. La donna sceglie di 'RI-RACCONTARE' la storia nell'ottica dell'uovo che,poco prima, aveva paragonato al marito:

"Ed isn't Bluebeard: Ed is the egg (...)"

Ancora una volta si sottolinea la dipendenza di Sally da Ed nonostante il distacco che invece lui le dimostra continuamente. L' atteggiamento dell' uomo è la fonte delle insicurezze di Sally, del suo continuo bisogno di riferirsi a lui: i segnali di crisi tra i due si fanno sempre più evidenti e diventa impossibile ignorarli(nonostante Sally l'abbia fatto finora).

Si arriva così al momento chiave: è un attimo, una sensazione che Sally (e il lettore) prova, senza che nulla venga descritto esplicitamente:

"Ed is standing too close to her (Marylynn, la migliore amica di Sally)...it's a split second and then Ed sees Sally and the hand is gone."

Adesso c'è un solo pensiero nella mente di Sally: Ed e Marylynn insieme. Ancora una volta la donna rifiuta il problema, non agisce: perdere Ed sarebbe per lei come ammettere che l'idea di uomo da lei costruita (allontanandosi cosi' dalla persona reale) non esiste, vorrebbe dire essere costretta a cambiare punto di vista ; significherebbe mettere in discussione se stessa.

Sally è una sorta di prototipo a cui assomigliano tutte le donne di questa raccolta; in lei si ritrovano infatti tutte le lori caratteristiche.

In primo luogo, accetta il ruolo convenzionale che la cultura patriarcale le impone: al primo posto c'è Ed, tutto il possibile deve essere fatto per lui, che rappresenta il "centro", il suo punto di riferimento. Grazie alla storia di Barbablù, Sally inizia a riflettere a fondo sulla sua posizione: come prima cosa confronta la sua situazione matrimoniale con quella descritta nella favola e, nonostante l'analogia sia evidente (Sally è la terza moglie di Ed, un uomo che sembra esercitare un fascino irresistibile sull'altro sesso -"everywhere he goes he is beset by sirens" - tanto che le donne per lui sono quasi intercambiabili, proprio come il mago della favola). la donna si rifiuta di ammetterla, pur intuendola a livello inconscio. Quando poi, nella parte finale scorge Ed e Marylynn in un atteggiamento equivoco, ancora una volta non accetta di affrontare la realtà e si rifugia nel ruolo di moglie sottomessa e pronta a tutto:

"She won't say anything to him:she can't afford to be wrong or to be right either. She goes back in the kitchen and begins to scrape the plates"

Sally evita inoltre di affrontare qualsiasi discussione col marito, che dal canto suo appare sempre piu' distaccato:

"If she looks up, she will see him shaking his head a little, as if he doesn't know what to do with her. She doesn't look up."

Come tutte le altre figure femminili di "Bluebeard's egg", Sally intuisce ma non accetta la verità e preferisce rifugiarsi in uno spazio che è sì scomodo e stretto, ma è l'unico garantito. Comunicare le proprie sensazioni e accettare il mondo della realtà simbolica, significherebbe per queste donne affrontare una serie di ostacoli, rimettere in discussione la loro stessa esistenza, iniziare una nuova vita. Sono "donne-uovo", rinchiuse in un guscio che di tanto in tanto lascia passare qualche frammento di una realtà diversa da quella comunemente accettata e condivisa: sono uova che, almeno in questa raccolta non si schiuderanno mai.

torna su

Bibliografia

AA.VV. Journal of Modern Literature vol.11; number2; July1984
AA.VV. World Literature Written in English vol.25; number2; Autumn1985
F.Dave "Margaret Atwood: a feminist poetics" Talonbooks, Vancouver, 1984
D.Head "The modernist Short Story" Cambridge University Press, 1992
W.New (ed.)"Canadian Literature Review" number109; Summer 1986. number126: Autumn1985.
W.New "Dreams of Speech and Violence"
I.Reid "The Short Story" Methum&Co.Ctd; London; 1977

 

Cinzia Chiappini è nata l'11 gennaio del 1976 a Carrara. Dopo la Laurea in Lingue e Letterature Straniere della Facoltà di Lettere, all'Università di Pisa, con la tesi Una lettura di "Alias Grace" di Margaret Atwood, nel 2002, ha immediatamente iniziato a praticare la professione giornalistica, collaborando con emittenti radiofoniche, televisive, quotidiani e agenzie di stampa online. E' iscritta all'albo dei professionisti dell'ordine dei Giornalisti della Toscana. Attualmente lavora come Portavoce del Sindaco di Carrara. Ama e vive con Mario, Alessandro, Emanuele e il cane Skill.

   

Seguici sui nostri canali:  Telegram  |  Facebook  |  Instagram






Collabora!

Vuoi pubblicare un articolo o una recensione?
  Scopri come collaborare con noi


Condividi questa pagina




Seguici sui nostri canali:  Telegram  |  Facebook  |  Instagram


I NOSTRI SPECIALI

Storia del Fantasy

di Rosella Rapa

 

Pillole di Fantascienza

di Rosella Rapa

 

Arthur Rimbaud

di Elio Ria

 

Dante Alighieri

di Elio Ria

 

Balcanica

di Anna Lattanzi

 

Letture stravaganti

di Tiziano Gorini

 

I nostri blogger


Rosario Frasca
VAI AL BLOG

Rosella Rapa
VAI AL BLOG

Davide Morelli
VAI AL BLOG

Elio Ria
VAI AL BLOG

Anna Stella Scerbo
VAI AL BLOG

Anna Lattanzi
VAI AL BLOG



www.letteratour.it