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Liberi di NON comprare, di Raffaella Milandri

di Rosella Rapa

Nella categoria: HOME | Nuovi autori

Nell’approcciare questo libro, mi sono posta una domanda: come lo potrei inquadrare?

Non è un romanzo, è evidente, non è un saggio, non è un racconto di viaggio... ecco, potrei definirlo un documentario. Un libro-documento in cui l’autrice non si pone a lato delle variegate situazioni che studia, ma entra a far parte di esse, si mescola a diverse popolazioni, adotta il loro modo di vivere, diventa partecipe delle loro tradizioni, e dei loro problemi.

Con un linguaggio colto e misurato, sempre adatto al momento, affronta situazioni all'apparenza molto diverse, ma legate invece da una comune lotta verso il mondo cosiddetto moderno, quello che a una prima occhiata può sembrare “il migliore dei mondi possibili" e intanto nasconde all'interno un pericolo mortale, per tutti noi.

Non ci sono scenari apocalittici o giudizi calati dall'alto: il libro si articola in modo agile e veloce, in più sezioni. In quella iniziale, abbiamo una citazione che sostituisce il titolo, una paginetta che per lo più è un dialogo, una riflessione sul nostro modo di essere.

Il primo incontro è con Jesus, un senzatetto di New York, con il quale l'autrice intreccia un complesso dialogo che ruota intorno a una parola che da sempre sento come negativa: CONSUMISMO. Jesus attua una ribellione radicale nei confronti dello stile di vita occidentale, rifiutando tutto: casa, auto, denaro. L'autrice riflette, e decide di non comprare più. Piano piano consumerà uno alla volta gli abiti e gli oggetti che ha in casa. Ci saranno delle sorprese.

Sempre dialogando con Jesus esce una parola un po' strana: consumpopulismo che acquista un carattere molto forte grazie alle citazioni di Pier Paolo Pasolini (tra gli anni '60 e '70) che già avvertiva i cittadini che stavano diventando degli ectoplasmi, dei burattini in mano al ricchissimo 1% della popolazione, che elabora complesse strategie per indurre il restante 99% a schiavizzarsi senza rendersene conto, accecato dal’'illusoria felicità che nasce dal comprare comprare comprare.

I primi a cadere nella rete dove ci si può solo dibattere e mai uscire, sono proprio i paesi del benessere: Stati Uniti, Canada ed Europa Occidentale. E' facile indurre desideri inutili: tutti vogliono essere belli, giovanili, alla moda. Per far questo spendono, e, più si vuole, più bisogna avere denaro, denaro che si acquisisce col lavoro. E se non basta, bisogna lavorare sempre di più, ancora di più. I paesi più poveri cercano di raggiungere questo modello, distruggendo così culture e tradizioni antichissime. Ma non c'è nulla da fare: se non si adeguano sono destinati a venire soppressi o a estinguersi lentamente.

L'autrice fa una riflessione molto amara sul lavoro, il tempo che vi dedichiamo, e le tante cose inutili che compriamo. Ma, noi siamo davvero solo ciò che compriamo?

Anche la globalizzazione fa parte di questo disegno perverso. I supermercati, i centri commerciali, gli aeroporti, presentano tutti gli stessi prodotti, a Roma come a New York o a Pechino. In molti casi hanno già distrutto la cultura autoctona, in altri lottano per imporsi, altrove hanno già spazzato via l'idea di “cultura” da un pezzo.

Questi ed altri sono i temi che l'autrice affronta strutturando il libro in modo che sia facile ed avvincente da leggere, senza scadere in un lessico banale: al contrario, c'è molto da imparare anche da questo punto di vista, e ciò è una vera rarità. C'è molto da imparare su tutto: dalle citazioni di autori importanti (e lungimiranti...) dai pensieri dei Nativi Americani, dalle scene di vita tra le popolazioni più povere dell'Africa. Anche dalla vita dell'autrice, dai suoi viaggi, dalla sua posizione così lucida nei confronti di chi vuole ammassarci come animali al macello. Un esempio per tutti noi che consumiamo senza pensare.

Questo è un libro che dovrebbero leggere tutti, dai 9 ai 99 anni, leggerlo e rileggerlo per capire in che trappola ci hanno rinchiusi e cercare, se possibile, una via d'uscita, o almeno un po' d'indipendenza.

Non possiamo andare tutti in Africa, ma tutti possiamo fare una riflessione davanti a un oggetto del desiderio: ”mi serve davvero? E se mi serve, devo prendere proprio il più costoso? ho deciso, NON lo compro”.

Indice

Capitoli 01 – 33 (Jesus)
Capitoli 34 – 38 (Riflessioni)

Il Codice Etico degli Indiani d'America

Popoli Indigeni (primi popoli, nativi, aborigeni)

Finchè (poesia Sami)

Contributi
Intervento di Francesco Barbagallo
Intervento di Job Morris
Intervista a Renzo Paris

Hanno detto

L’autrice

Ho voluto riportare l'Indice, con qualche spunto da me aggiunto, perchè ritengo descriva l'opera meglio di una lunga dissertazione. Al termine del libro una breve bio-bibliografia
dell'autrice.
Eccellente la copertina, molto simbolica.

Citazioni

Ci affanniamo a cercare piaceri, soddisfazioni, riconoscimenti, che non bastano mai ad appagarci e rassicurarci

Viviamo attimi fugaci di felicità che si spengono subito tra preoccupazioni e paure

Questi miei beni di consumo erano destinati a durare, e quindi a valere, ben poco?

Il tempo passato a lavorare, per guadagnare soldi, è inutile? Devo quindi valutare il mio tempo e la mia vita da come spendo i soldi?

Alla radice di tutto c’è il fatto che se non hai abbastanza soldi per comprare quello che vuoi, o per pagare quello che devi, puoi sentirti come se la tua vita non valga abbastanza,
come se il tuo tempo, il tuo lavoro, siano inadeguati e quindi sia tu stesso inadeguato. Creando un senso di impotenza, di solitudine e di fallimento.

Una voce di protesta contro il consumismo si è levata dal Buy Nothing Day, il Giorno del Non Acquisto … il Buy Nothing Day è stato spesso censurato e osteggiato dai media. E tu
cosa preferiresti fare in quel giorno?

Molte delle nostre facilities tecnologiche possono diventare mortali: dighe, impianti nucleari, aerei, e tanto altro ancora. O possono diventare armi nelle mani dei terroristi.

I Popoli Indigeni ... hanno sviluppato l’arte della sopravvivenza ecosostenibile in armonia col territorio: è più probabile che il mondo finisca prima per noi che per loro, che sono
abituati a vivere solo delle risorse della terra.

Sono profondamente convinta, leggendo la storia e studiando il colonialismo, che l’Africa sia nella condizione in cui l’Europa vuole che rimanga: arretrata, piena di carestie e di
subbugli tribali e politici.

Le ONG che attualmente lavorano e hanno sede in Africa sono circa 2500. Una enormità, se consideriamo che in tutto il Sudamerica ve ne sono 650 circa. ... Una mole enorme di
soldi, un’Himalaya di aiuti da decenni finanziati da banche, governi, multinazionali, che però dalle immagini che ci mostrano in tv non ha portato nessun beneficio: ... O questi
aiuti sono indirizzati e usati male, oppure in qualcuno si insinua il dubbio che la popolazione africana sia senza speranza.

Della stessa autrice su Letteratour:

Editoria: recensioni - "Io e i Pigmei" di Raffaella Milandri 
Recensioni: Raffaella Milandri, In India - cronache per veri viaggiatori 
Editoria: La mia tribù, di Raffaella Milandri 
Recensione - Raffaella Milandri, Liberi di NON comprare 
Recensione - In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, di Raffaella Milandri 

Scrittrice, giornalista, fotografa umanitaria e viaggiatrice in solitaria, Raffaella Milandri è attivista per i diritti umani dei popoli indigeni, membro adottivo della tribù Crow, in Montana, e del popolo dei San, in Botswana. Come viaggiatrice solitaria è stata accolta da tribù nei più remoti angoli di mondo. Le tematiche a Lei care sono, oltre ai diritti umani e ai Popoli Indigeni, la difesa dell’ambiente, e la uguaglianza sociale contro le discriminazioni. Attualmente sta lavorando ai suoi prossimi due libri, entrambi sui Nativi Americani.
Pubblicazioni:  Io e i Pigmei. Cronache di una donna nella Foresta, Polaris, 2011; La mia Tribù. Storie autentiche di Indiani d’America, Polaris, 2013; In India. Cronache per veri viaggiatori, Ponte Sisto, 2014; In Alaska. Il Paese degli Uomini Liberi, Ponte Sisto, 2017; Liberi di non comprare. Un invito alla Rivoluzione, P.S. Edizioni, 2018.

 

Rosella Rapa (classe 1959) è nata a Torino. Si è laureata in Cosmo-Geo-Fisica, scrive e disegna fin da bambina. Collabora con Letteratour dal 2001, quando uscì il suo libro Draghi & Computer (sette racconti fantasy). Si interessa di Matematica, Letteratura e Storia Europea, vecchi Film e Serial impegnati. Le piace viaggiare, soprattutto nell'Europa del Nord, per vedere con i propri occhi paesaggi, arte e persone. Un po' estrosa, non ama pregiudizi e preconcetti.

     

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